Montella, la difesa a tre è un obbligo. Ma con un’altra necessità
12.09.2017 | 00:25
Vincenzo Montella ha preannunciato la difesa a tre, già da giovedì a Vienna per l’impegno di Europa League. Probabilmente con un po’ di ritardo, perché dopo l’acquisto di Bonucci avrebbe dovuto provare e riprovare. E non è un alibi l’assenza di Romagnoli, perché sarebbe stato importante abituare il Milan a quel tipo di atteggiamento, magari con Zapata e in attesa del rientro di un indiscutibile titolare. Montella dice che non è un problema di sistema di gioco, ma di atteggiamento. Può darsi che sia come sostiene lui, ma il sistema di gioco è fondamentale perché regala certezze e non insicurezze, quindi incide anche sull’atteggiamento. La difesa a tre è un obbligo, ma questo Milan ha una necessità, quella di non buttare a mare il mercato. E neanche Suso. Ci spieghiamo: con il 3-5-2 Calhanoglu sarebbe probabilmente sacrificato in un ruolo non suo, Suso non ci starebbe proprio in un contesto del genere. Quindi il passaggio alle idea a tre dovrebbe comprendere un centrocampo a quattro (Conti-Kessie-Biglia-Rodriguez) e un trequartista alle spalle di due punte, in questo caso Suso, Calhanoglu o lo stesso Bonaventura. In questo modo si potrebbe sperimentare Kalinic più André Silva perché Montella ha ragione quando dice che i nuovi vanno inseriti gradatamente, ma dovrebbe anche sapere che non si possono lasciare oltre 80 milioni in panchina come accaduto a Roma. E che la difesa a tre, forse e senza forse, avrebbe già dovuto impostarla con qualche settimana di anticipo. Chiediamo scusa per l’invasione di campo: non siamo allenatori, si tratta semplicemente di idee in libertà.
Foto: sito ufficiale Milan