Morata: “Il mio desiderio è il Real, ma la Premier…”

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Alvaro Morata si allontana sempre più dalla Juventus. Queste le dichiarazioni rese dall’attaccante iberico classe 1992, attualmente in ritiro con la sua Nazionale, al Diario AS: “Ho vinto tutto quello che si può vincere in Italia, più volte, raggiungendo anche la finale di Champions. Ho fatto gol e sono cresciuto come giocatore e come persona. È stata un’esperienza gratificante quella italiana, credo di essere un giocatore diverso dal ragazzo che aveva lasciato il Real Madrid. Ho dimostrato di poter giocare in una grande squadra. Spero che il mio futuro si definisca prima di giorno 13, data del primo nostro match agli Europei. Io sono qui per aiutare il mio Paese, non per stare con il telefono in mano. Si può dire che il desiderio di Morata sarebbe quello di restare al Real Madrid? Sì, questo è il mio desiderio, giocare e vincere al Real, ma a Madrid ci sono grandi calciatori e io voglio giocare e sentirmi importante. L'anno prossimo giocherò nella squadra che mi darà più probabilità di scendere in campo. Ci sono alcune offerte dall'Inghilterra che mi tentano, non solo a livello contrattuale. Credo che per le mie caratteristiche la Premier sarebbe una destinazione ideale. Non sto dicendo che voglio lasciare la Juventus, una squadra della quale posso solo parlare bene. Io dico che la Premier per me non sarebbe un passo indietro. In Italia ho imparato molto, se avessi la possibilità di imparare qualcosa di più in Inghilterra diventerei più completo. Ho 23 anni e voglio ancora migliorare, giocando e imparando dai migliori. Un buon Europeo può aiutarmi? Sappiamo tutti come è il calcio. Se si fa bene in queste manifestazioni, segnando in partite importanti, può cambiare l' intero scenario. Il mio rapporto con gli allenatori è sempre stato diretto, non ho mai messo il broncio quando sono stato escluso, non sono mai stato un problema per lo spogliatoio. Viene sempre prima la squadra, ma apprezzo quando un allenatore mi dice: "Guarda, Morata, non giochi per questo o quell’altro motivo”. Invece non mi piace restare fuori senza conoscere il perché. Io devo tantissimo al ct Del Bosque, che crede in me nonostante abbia avuto una stagione difficile alla Juventus, devo ripagare la sua fiducia. La Spagna è una squadra solida, possiamo fare bene, in Italia ho imparato che i primi difensori sono gli attaccanti, non si può vivere solo per guardare la porta avversaria. La finale di Champions? Io sono madridista e la mia squadra ha vinto, sono stato felicissimo, ma mi è anche dispiaciuto per i vari Koke, Saul, amici miei storici”.