Mou e gli investimenti dello United: tra parole e numeri…

José Mourinho sul banco degli imputati, non potrebbe essere altrimenti dopo l’ inaspettata eliminazione dalla Champions del suo Manchester United, capitolato in casa per mano del Siviglia di Vincenzo Montella.  La scorsa stagione, la prima alla guida dei Red Devils con i famosi 105 (110 con i bonus) milioni di Pogba più gli 80 per Mkhitaryan e Bailly e l'ingaggio di Ibra a parametro, per Mou si era conclusa con tre titoli in bacheca: Community Shield, Coppa di Lega e soprattutto l'Europa League, l'unico trofeo che ancora mancava nella bacheca del blasonato club di Old Trafford. Quest’anno però la situazione è diversa: in Premier lo United è attualmente secondo, ma a distanza siderale dai cugini del City che ormai aspettano soltanto l’aritmetica, ha perso in estate la Supercoppa europea contro il Real Madrid, è uscito sia in Coppa di Lega che, appunto, in Champions e adesso resta soltanto la Coppa d'Inghilterra, dove ai quarti affronterà il Brighton. Al di là delle parole di De Boer, circa le spese affrontate dai club di Mourinho in carriera per soddisfare le sue richieste di mercato, va ricordato come quest'anno i Red Devils abbiano fatto quattro soltanto quattro operazioni, ma tutte importanti per un verso o per l’altro. Dagli 85 milioni per Lukaku ai 45 per Matic, passando per i 35 di Lindelof. Stiamo parlando di soli cartellini, bonus esclusi, senza considerare gli ingaggi a cinque stelle. A gennaio, infine, è arrivato Alexis Sanchez nell'ambito dello scambio con Mkhitaryan, sbolognato dopo soli diciotto mesi. E al cileno sono stati riconosciuti 21 milioni di sterline a stagione, nuovo record per l’Inghilterra. Ieri sera il tecnico lusitano ha provato a liquidare la questione eliminazione con un “tutto normale”, ricordando come - da allenatore di Porto e Real Madrid - avesse lui stesso eliminato il Manchester United. Parole opinabili, i numeri (350 milioni di cartellini in due stagioni più stipendi munifici) restano. Foto: Twitter Manchester United