Mourinho: “A Roma sto bene, sono felice. Rinnovo? E’ una decisione del club, per ora mi concentro sul presente”

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Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato al podcast di Obi Mikel, sulla stagione e sulla carriera. Queste le sue parole: "Ora mi trovo qui a Roma e mi sto divertendo, è un club di diverso profilo con ambizioni differenti, ma mi piace molto stare qui. Sono felice, ma sono alla fine del mio contratto, e poi diventa una decisione del club. Per ora mi concentro solo sul presente a godermi il più possibile questi momenti. È un club molto bello con tantissima brava gente, non sono i giocatori migliori del mondo ma sono bravi. I tifosi sono fantastici, la città è sorprendente, sono molto felice ripeto". Terry ha raccontato di storie particolari con lei protagonista, ricorda? "Si lui sa tutto, si ricorda tutto. Una delle cose che dico oggi anche ai miei ragazzi qui a Roma è che se fossi esattamente lo stesso di come ero in quello spogliatoio del Chelsea, loro non giocherebbero. Perché c'erano momenti in cui ho distrutto tutto, lettini dei massaggi per aria, ma sapevo che quei ragazzi avrebbero distrutto tutto al ritorno in campo. Lo puoi fare solo con alcune personalità, se lo fai con i ragazzi sbagliati nel secondo tempo non vogliono neanche la palla, si nascondono a vicenda". Obi Mikel come giocatore? "Mi piaceva tutto di lui, se esamini i centrocampisti posizionali, come li chiamo, che ho avuto in carriera ci sono molte similitudini. Tolto Makelele che era basso, erano tutti alti e forti fisicamente con una buona occupazione dello spazio e con quella che chiamo semplicità del calcio che è fondamentale in quella posizione. Le persone a volte confondono il giocatore creativo con uno che gioca semplice. In alcune zone del campo la creatività va bene, in altre aree la semplicità è il genio. La squadra ha bisogno di equilibrio e deve darlo quando la squadra ha e non ha il pallone. Devono essere umili, nel senso di pensare che la squadra sia più importante di loro, quello che dò alla squadra è più importante di quello che la squadra dà a me e forse per questa stasera Obi vuole fare il numero 10, per essere il top guy, ma con me al Chelsea era un fantastico centrocampista posizionale molto veloce nel pensare, un tocco o due tocchi, rendeva tutto semplice". Non era mai contento quando si perdeva, vero? "Il vero allenamento erano le partite. Il vero problema è che ora i calciatori guardano l'allenamento solamente come una normale seduta, mentre noi l'abbiamo sempre vista come un momento per competere e per aumentare la competizione e le skills. Molte volte ho fatto il countdown delle nostre partitelle: un minuto alla fine.. due minuti alla fine.. che poi facevo diventare sempre 10 minuti. Era pesante per molti calciatori, persino per chi doveva fare da arbitro". Foto: twitter Roma