MUDINGAYI, ESPERIENZA E QUANTITÀ AL SERVIZIO DEL CESENA
13.02.2015 | 09:30
Un congolese, naturalizzato belga, con l’Italia nel cuore, quasi una seconda pelle. Il particolare crogiuolo porta all’identikit di Gaby Mudingayi, che probabilmente mai riuscirà a staccare il cordone ombelicale creatosi con il Bel paese. Legame quasi indissolubile, alla luce di una militanza ultradecennale. Correva infatti l’anno 2004 quando il Torino lo portò in Italia, a gennaio, prelevandolo dal Gent.
Da oltre una settimana l’esperto centrocampista è a disposizione di Mimmo Di Carlo, che dopo averne testato le condizioni ha dato il placet al tesseramento del ragazzo appena liberatosi dall’Elche. Il direttore sportivo Rino Foschi, chiamato inopinatamente a far le nozze con i fichi secchi nella stagione del ritorno in serie A, si barcamena come può. Al momento dell’arrivo in prova del mastino africano aveva dichiarato: “Lo proveremo e poi valuteremo se farà al caso del Cesena, non sarà un nuovo Hugo Almeida”, riferendosi direttamente all’ultimo svincolato pescato fuori dai termini ufficiali del mercato, già di stanza a Krasnodar dopo il mancato ambientamento in Romagna.
Mudingayi non dovrà certo fare i conti con questi problemi, conosce la serie A come le sue tasche, e anche sul suo stato di forma sono arrivate le garanzie richieste, ossia i riscontri in allenamento. Magari servirà un minimo di tempo per trovare il ritmo partita, anche perché Gaby in Spagna mai è sceso in campo da quel 21 ottobre, quando l’Elche ne ufficializzò l’acquisizione con contratto annuale, poi appunto rescisso.
Già un mese dopo il mediano pensava al ritorno in Italia: sognava di rivestire la maglia della Lazio, come si può evincere da queste dichiarazioni: ”Seguo sempre la Lazio, è la mia squadra del cuore. Sono stato benissimo, mi hanno trattato con rispetto. Quando arrivai qualcuno mi disse che la tifoseria era razzista, niente di più falso. I tifosi mi hanno sempre incitato e supportato, lascerei la Liga subito, verrei anche a piedi dalla Spagna pur di rigiocare nella Lazio! Non tutti possono indossare la maglia biancoceleste, va onorata e rispettata. Nella Capitale sono cresciuto tantissimo sia come calciatore che come uomo”. E invece nel suo destino c’era il bianconero del Cesena.
Quella all’ombra del “Dino Manuzzi” per il 33enne specialista, nato a Kinshasa l’1 ottobre del 1981, sarà la quinta avventura all’interno dei nostri confini: alle prime due (in granata e biancoceleste) abbiamo già accennato, dopo Roma fu la volta di Bologna (altro quadriennio importante) e della Milano nerazzurra, due stagioni da totale comprimario malgrado le annate deludenti vissute dall’Inter. In totale Gaby ha collezionato 252 presenze nella massima serie (oltre alle 34 tra i cadetti col Toro), con 4 reti complessive all’attivo.
Difficilmente il club di Lugaresi riuscirà a perfezionare il tesseramento del belga (18 apparizioni in Nazionale a far data dall’esordio nel 2003) in vista dell’attesissimo match casalingo di domenica sera contro la Juventus capolista, dal momento che il transfert dalla Federazione iberica deve ancora arrivare. Verosimilmente Mudingayi sarà disponibile per le rimanenti sedici giornate del girone di ritorno, nella convinzione di poter dare un buon contributo, in termini di esperienza e quantità, alla causa romagnola: il sogno salvezza, sia pur tra mille difficoltà, può ancora essere raggiunto.
Foto: sito ufficiale Cesena