MUNOZ, UN ASSAGGIO SAMP PRIMA DEL GRANDE SALTO
06.02.2015 | 10:30
Il mercato si è chiuso da quattro giorni, ma lui resta assolutamente l’uomo del momento. Stiamo parlando di Ezequiel Munoz, il penultimo acquisto della faraonica campagna invernale della Sampdoria che ha visto approdare a Bogliasco i vari Correa, Frison, Muriel, Coda, Eto’o (già più croce che delizia) e Acquah. A fronte, menzionando le principali cessioni, delle partenze dei neo bolognesi Gastaldello, Da Costa, Krsticic e, soprattutto, di quel Manolo Gabbiadini che Sinisa Mihajlovic ha iniziato a rimpiangere ancor prima che venisse ufficializzato il suo trasferimento al Napoli.
Munoz in copertina e sulle bocche di tutti non tanto per la breve parentesi che si appresta a vivere in blucerchiato, quanto perché del suo futuro passaggio al Milan ieri hanno parlato – negandolo – sia lo stesso diretto interessato “Io sono qui per dare il mio contributo subito. Si è detto che ho firmato con il Milan, ma non è vero. Penso solo a fare bene con la Sampdoria” che lo storico amministratore delegato rossonero Adriano Galliani “Munoz era un obiettivo per il mese di luglio, non abbiamo nessun impegno scritto come sanno benissimo gli amici Zamparini e Ferrero, che mi hanno chiamato durante la trattativa”. Già, l’amico Zamparini che lo scorso 30 dicembre dichiarava col suo stile inconfondibile: “Nel calciomercato esistono le scorrettezze: ci sono tanti sciacalli che vanno a cercare i giocatori in scadenza di contratto, dicendo loro di non firmare. Noi per esempio stiamo parlando da un bel po’con Barreto e Munoz e penso che rinnoveremo con entrambi: il pessimismo che si avverte deriva dagli sciacalli di cui parlavo, il Milan negli ultimi anni è un esempio di questo atteggiamento”. Errato, patron, non era pessimismo: Barreto magari rinnoverà, Munoz però è già volato via.
E questi 5 mesi in prestito secco al Doria ricordano tremendamente quelli trascorsi lo scorso anno di questi tempi da Agazzi al Chievo. Anche allora il Milan negava di avere già l’accordo per luglio, facendo filtrare parole di circostanza come quelle poc’anzi riportatevi…fino al momento di visite e annuncio dello specialista ex Cagliari, subitaneamente retrocesso al ruolo di terzo portiere dopo l’arrivo di Diego Lopez dal Real.
In buona sostanza, come vi abbiamo puntualmente anticipato sul nostro sito, il ventiquattrenne difensore a fine stagione passerà effettivamente al Milan, così da rimpinguare la batteria dei centrali a disposizione di colui che guiderà la nobile decaduta meneghina nel 2015-16…puntare su Inzaghi oggi risulta alquanto problematico.
Ripercorrendo in breve le tappe che hanno caratterizzato, sin qui, il percorso del nostro personaggio del giorno, Ezequiel Matias nasce a Pergamino, città a 220 chilometri da Buenos Aires, l’8 ottobre del 1990, esattamente 3 mesi dopo la sconfitta di rigore rimediata dalla Selección di Diego Armando Maradona nella finale mondiale di Italia 90.
All’età di 14 anni, però, Munoz per la sua gioia copre quella distanza e si trasferisce nella Capitale per entrare nel vivaio del Boca Juniors, con cui completa tutta la trafila delle giovanili fino all’esordio in prima squadra datato 23 settembre 2008. Nell’estate del 2010, Chiqui (così ribattezzato da Nico Gaitan) saluta dopo 22 apparizioni La Bombonera per rispondere alla chiamata del Palermo, che il 27 luglio scuce 4,6 milioni di euro e ne annuncia l’acquisto.
In Sicilia il prestante marcatore (185 cm per 82 kg) colleziona 142 presenze e 7 reti in quattro anni e mezzo, compreso lo scorso di purgatorio in B, evidenziando buonissime qualità nel gioco aereo e nel senso dell’anticipo.
Ezequiel non sarà un campione, ma di certo è un interprete affidabile che ha dimostrato di meritarsi la platea italiana. Fra qualche mese sarà il momento del grande salto, nel frattempo onorerà l’impegno con la Samp – un assaggio – con la professionalità che lo ha sempre contraddistinto. Chissà, magari il suo contributo alla causa potrebbe rivelarsi maggiore di quello dei colleghi più patinati messi sotto contratto da Ferrero, al rettangolo verde l’ardua sentenza.
Foto: Twitter Sampdoria