NDOJ, LA “SHQIPONJA” HA SPICCATO IL VOLO DAVANTI AL SUO MENTORE
Quella storia della denuncia per aver violato la quarantena dopo essere andato al bar con gli amici è già dimenticata. Un errore di gioventù da cui far tesoro. Da ieri sera Emanuele
Ndoj si candida ad essere uno dei protagonisti assoluti della
Serie B. Due gol alla corazzata
Lecce nel 3-0 che il
Brescia di Diego
Lopez ha rifilato all’ex
Corini. Il presidente Massimo
Cellino avrà esclamato “finalmente!” mentre il suo centrocampista apriva e chiudeva l’anticipo cadetto con una doppietta. In appena 90’ è arrivato ad una sola marcatura dal suo record in carriera, che a dirla tutta è di tre centri. Sì, molto abbordabile, ma l’esplosione che si aspetta da anni, forse, è dietro l’angolo. Ndoj è un ragazzo del ’96, catenese di nascita. Le sue origini, tuttavia, lo hanno indotto a scegliere la nazionale dell’
Albania con cui ha giocato nella selezione Under 21 e collezionato sei presenze in quella maggiore. Lo chiamò
Panuccirompendo gli indugi che avevano frenato
De Biasi. Ha anche segnato, contro l’
Ucraina per la precisione, in una disfatta casalinga del 2018. Nell’ultima promozione del Brescia si pensava avesse ormai spiccato il volo verso il livello superiore, ma all’ottimo campionato non è seguita la conferma in
Serie A. Colpa principalmente dei continui cambi di allenatore e di un organico non attrezzato fino in fondo per la salvezza. Insomma, le note di colore hanno man mano lasciato spazio a tonalità di grigio. La storia di Ndoj parla la lingua dell’integrazione e racconta di un ragazzo che per farsi strada abbandonò la Sicilia per coltivare un sogno nelle giovanili del
Padova. Lo notò la
Roma che lo prese per la sua
Primavera. Vinse subito il campionato dimostrando che le relazioni arrivate a
Trigoria dagli 007 giallorossi erano veritiere. Finì a Brescia con Michele
Somma. L’affare prevedeva i loro cartellini a titolo definitivo e 150 mila euro per il trasferimento di Ismail
H’Maidat. Il calcio è strano, beffardo, al punto che la sua prima doppietta in carriera l’ha riservata al tecnico che due anni fa si guardava bene dal toglierlo dal campo. E’ sotto la gestione Corini, infatti, che Ndoj limò il suo carattere sostituendo i cartellini gialli con i dribbling e i tackle con gli assist. Adesso arrivano anche i gol, così la maglia dell’Albania torna a non essere più un ricordo mentre Cellino si sfrega le mani. L’Aquila, cioè la
Shqiponja come viene chiamato ogni calciatore della nazionale al di la dello Ionio e dell'Adriatico, ha spiccato il volo… Foto: Twitter Brescia