NEL SEGNO (E NEL SOGNO) DELLA KOP: CURTIS JONES, GIOIELLINO DEL MERSEYSIDE

Predestinato. Un termine, forse, abusato nel mondo del calcio odierno. Affibbiato troppo spesso a talenti sì, ma esageratamente celebrati. Accade, accade anche spesso. Però, ogni tanto, accade anche che la parola si allacci perfettamente a chi dimostra di meritarlo. Questa, speriamo, è la storia di Curtis Jones. Curtis nasce il 30 gennaio del 2001. È un ragazzo come tanti, di Liverpool, che cresce in una città in cui il rosso solitamente predomina sul blu dei cugini dell'Everton. Anche perché, a soli 4 anni, Curtis vede la sua città in festa per le gesta di una squadra, in Turchia, capace di portare ad Anfield una Champions League dopo esser stati in svantaggio nella finale per 3-0.  Il piccolo, dunque, non può che crescere nel mito reds, sognando come tanti di arrivare addirittura a calcarlo quel prato, quello di uno stadio magico. La differenza, sostanziale, è che Curtis Jones non è come tanti: nonostante un'infanzia non propriamente facile, inizia ad impressionare col pallone fra i piedi. Piccolo, mingherlino, ma fortissimo con i piedi. E con la testa. Una testa che lo porta ad entrarci davvero nel Liverpool ed a compiere tutta la trafila del settore giovanile. Il sogno prende forma, la possibilità di avere davvero una maglia rossa con la scritta "Jones" sulle spalle cresce anno dopo anno. Fino al 30 ottobre 2019. Perchè, in un fretto martedì sera nel Merseyside l'ambizione diventa realtà e la maglia rossa con il nome di Curtis fa davvero capolino nello spogliatoio e sul prato di Anfield. È una semplice gara di Carabao Cup, contro l'Arsenal, ma è la realizzazione di un meraviglioso obiettivo. Una partita deluxe, condita con uno splendido cross che ha permesso a Origi di siglare il 5-5 di una partita folle e la convinzione che, dopo aver coronato il proprio sogno, il piccolo, ma grande, Curtis Jones non abbia poi tutta questa intenzione di fermarsi.