Nesta: “Nazionale? Questa generazione meno forte della nostra. Sul’esperienza a Perugia e la Lazio…”
12.09.2018 | 22:56
Alessandro Nesta, attuale tecnico del Perugia ed ex difensore del Milan e della Nazionale, ha parlato ai microfoni di Radio Radio della sua esperienza sulla panchina degli umbri e non solo. A seguire l’intervista integrale:
Perugia: “La mia avventura qui è iniziata bene. Perugia è una piazza importante, il posto perfetto per continuare la mia carriera da allenatore”.
Sulla Lazio: “Può provare ad andare in Champions, l’anno scorso l’ha dimostrato. Ha cambiato poco, è una squadra forte e in ogni partita se la gioca con tutti. Ha iniziato così e così a causa del calendario non facilissimo, però Inzaghi è un grande allenatore e l’ha dimostrato. Acerbi-de Vrij? Come caratteristiche sono simili, chi sarà più efficace lo dirà il campionato, vedremo. Allenare la Lazio? Vorrebbe dire che ho fatto bene a Perugia e fatto un percorso importante. La Lazio sarebbe un punto di arrivo non solo per me perché ne sono stato il capitano, ma per tutti perché è una grande squadra”.
Sull’addio ai biancocelesti da calciatore: “L’ho detto tante volte. Andarsene è stato difficile per i tifosi ma anche per me. I primi mesi sono stati complicati, poi ho fatto il professionista. Se potevo tornare? Per due giorni c’è stata questa possibilità, poi alla fine non si è fatto nulla. Il Milan ha voluto che rimanessi, la Lazio non aveva così tanta voglia di riprendermi, e quindi sono rimasto”.
Sul derby perso 5-1: “Me lo ricordo bene. Fu un anno difficile per noi, alla Lazio si iniziava a parlare di vendere i grandi giocatori. La società voleva vendermi e io non volevo andarmene. Ho passato dei mesi complicati, c’era aria di divorzio. Sono andato in campo e non ci ho capito nulla. La mia reazione è stata sbagliata, il fatto che mi volessero vendere mi ha fatto pensare di mandare tutto a quel paese, e quindi sono uscito. Se tornassi indietro non lo farei. Avrei dovuto affrontarla in un altro modo ma ho fatto una cavolata”.
Sulle precedenti esperienze in panchina: “Inzaghi e Gattuso hanno già allenato in grandi squadre ma non ho nessun rimpianto. A Miami sono stato benissimo, la mia famiglia si è inserita bene in America e questo non ha prezzo. Sono tornato in Italia con grandi intenzioni, e spero di far bene. Preferisco aver fatto il mio percorso, un percorso più lento”.
Sui problemi della Nazionale: “Paghiamo un po’ il fatto di avere una generazione di giocatori un po’ meno forte della nostra. Noi ci siamo ritrovati una Nazionale forte, tutti lo eravamo. Non è facile sostituire giocatori così. Speriamo che l’Italia possa tirare fuori nuovi talenti nei prossimi anni. Bisogna investire di più nei settori giovanili e sugli allenatori. Bisogna scegliere il top degli allenatori per i nostri ragazzi”.
Sulla maglia numero 13: “Sono contento che tanti ragazzi scelgano questo numero per me. Vuol dire che ho fatto qualcosa di importante. Sono orgoglioso di questo, per l’equilibrio che ho avuto nei momenti belli e in quelli brutti. Faccio il tifo per Romagnoli. L’ho conosciuto, è un bravissimo ragazzo, laziale e gioca nel Milan. È bravissimo, gli serve un po’ di esperienza internazionale e poi crescerà”.
Foto: Perugia sito ufficiale