NICKLAS BENDTNER, DA METEORA JUVE A GIUSTIZIERE DEL BAYERN

I tifosi della Juventus ricorderanno a lungo questo 1 agosto 2015. Il ko in amichevole contro il Marsiglia è forse l'episodio meno preoccupante nell'arco di una giornata che ha regalato un paio di episodi a loro modo inquietanti. In primis l'infortunio muscolare rimediato da Sami Khedira, che si aggiunge a quelli di Barzagli e Chiellini e che in ottica Supercoppa italiana peserà non poco. Tra sei giorni contro la Lazio a Shangai non ci sarà nemmeno il mediano tedesco ex Real Madrid, come confermato anche da Allegri: "Dispiace per Khedira che purtroppo veniva da un po' di inattività e quindi ha pagato con un infortunio. Stava facendo bene, quindi abbiamo perso un giocatore importante. Sicuramente Khedira non ci sarà per la Supercoppa". L'altro fatto in salsa pallonara che ha inaugurato l'agosto bianconero è qualcosa che tira in ballo solo indirettamente la Vecchia Signora: parliamo di Nicklas Bendtner. Già, proprio l'attaccante danese classe 1988, autentica meteora a Torino che ieri si è ritagliato uno spazio di gloria indelebile. Mentre la Juventus cadeva sotto i colpi di Alessandrini e Barrada, il gigante del Wolfsburg si destreggiava tra Boateng e Benatia negli ultimi 20 minuti a sua disposizione della Supercoppa di Germania, provando a portare i compagni di squadra almeno ai supplementari, raddrizzando una gara ormai ben indirizzata per il Bayern grazie al gol di Robben al 49'. E l'impresa riesce a un giro di orologio dal gong: cross dal fondo di De Bruyne e piattone vincente sotto misura. Apoteosi biancoverde, c'è un'altra mezz'ora di speranza. Succede nulla o poco più, così si va ai tiri dal dischetto. L'errore di Xabi Alonso si rivelerà decisivo, a siglare il quinto e ultimo rigore per i Lupi, come un magico disegno del destino che taglia il traguardo, sarà proprio lui. La notte di Nicklas, da riserva di Bas Dost a vero trascinatore verso un successo insperato contro la corazzata di Guardiola. E chissà dalle parti di Torino che cosa ne penseranno...




Birmingham City, Arsenal, Sunderland, Juventus, il ritorno ai Gunners e infine il Wolfsburg. La carriera di Nicklas Bendtner non è stata esattamente quella che ogni bambino sogna di poter fare da grande, soprattutto in termini realizzativi: 73 centri in 288 presenze complessive rappresentano un bottino piuttosto magro per un centravanti che sin dal 2004, anno dell'esordio nella Nazionale Under 16, aveva fatto intravedere mezzi fisici e tecnici impressionanti. E della Danimarca è e resta certamente una colonna portante: con i "grandi" la media gol sale non di poco (29 reti in 68 apparizioni), mentre a livello di club non c'è stato molto da alzare al cielo. Una Coppa d'Inghilterra con l'Arsenal nel 2014 e lo scudetto con la Juventus nel 2013 (vissuto tutt'altro che da protagonista, essendo sceso in campo in sole 9 circostanze senza mai trovare la via della porta), prima della doppietta Coppa-Supercoppa proprio con il Wolfsburg. Una bacheca nettamente inferiore alle aspettative che gli addetti ai lavori riponevano in lui: da ragazzino la sua capacità di dominare il gioco aereo, la prolificità realizzativa e lo strapotere fisico facevano pensare che un giorno sarebbe diventato un top nel suo ruolo. Insomma, le premesse c'erano tutte, ma i numeri hanno tradito le attese. Discorsi spazzati via almeno per una notte. E che notte: una rivincita personale a cinque stelle, l'uomo copertina di una partita che difficilmente i tifosi del Wolfsburg (e anche quelli del Bayern) potranno rimuovere dalla loro mente. Bendtner superstar, il passato lasciamolo alle spalle. Così come i ben pochi sbiaditi ricordi bianconeri, parentesi di una carriera che avrebbe meritato maggiori fortune.


Foto: Wolfsburg on Twitter