NICOLA, LA SERIE A E QUEL MOTIVO IN PIU’ PER LOTTARE

Il rischio di bruciarsi per un allenatore giovane in Serie A è sempre molto alto. La poca esperienza, i metodi di lavoro ancora non del tutto calibrati, sono i dubbi che sottolineano spesso i tifosi più critici ed anche qualche addetto ai lavori. Eppure, il giovane sta diventando sempre più ‘moda’, con squadre che decidono di affidarsi ad ex calciatori più ‘vicini’ di età dei tesserati. E la carta sembra essere quella vincente, vedi Allegri, Donadoni e Conte, vincenti fin dai primi attimi di carriera a grandi livelli. E questo potrebbe essere il destino di Davide Nicola, 43 anni, nuovo tecnico del Crotone. Giovane d’età, ma l’esperienza e la gavetta in serie minori non gli mancano, dato che ha iniziato la sua carriera al Lumezzane nel 2010 in Lega Pro. Insomma, non si tratta di un allenatore alle prime armi e nemmeno di un esordiente in Serie A, ha portato il Livorno non più tardi di quattro stagioni fa. Oltre a questo, l’esperienza bresciana gli ha permesso fin da subito di metterlo a contatto con giovani giocatori. Un tecnico che ha nel suo credo quello di lavorare sul gruppo, trasformandolo ed avvicinandolo sempre più ad una famiglia. Numerosa, come quella che ha lui (ora ha tre figli), anche se non dimentica la perdita dolorosa del figlio Alessandro nel luglio ’14 (aveva 14 anni). Uno shock che va al di là del calcio, che ha stretto attorno a lui tutto il mondo del pallone italiano in quella dolorosa estate. Eppure Nicola si è rialzato per continuare a lavorare su ciò che è sempre stato il suo obiettivo: allenare in Serie A, con una spinta in più, per Alessandro. Ed ora la grande chance, dopo l’esonero burrascoso  a Bari con la squadra pugliese nelle primissime posizioni della classifica, di tornare a misurarsi con quel palcoscenico che nel gennaio del 2014 l’aveva messo da parte con quel Livorno che retrocesse mestamente in Serie B.
Prima di diventare tecnico una carriera da difensore in cui, a renderlo celebre, fu un bacio ad una poliziotta dopo una rete siglata in un Genoa-Atalanta (2000) negli ultimi minuti di gioco. Quindici presenze in A con il Siena, la promozione in A con il Torino dopo i playoff con il Mantova e la Coppa Italia di Lega Pro con il Lumezzane (2009/10). Proprio in quell’estate matura la decisione di lasciare il calcio e sedersi in panchina, sempre con il club della Val Seriana. Due stagioni, dove sfiora i playoff nella prima e conduce ad una tranquilla salvezza i rosso-blu nella seconda, in cui si guadagna il passaggio al Livorno. Nella big della Serie B, costruita con chiare ambizioni di classifica, Nicola non stecca e l’esordio in B si conclude con la festa nella finale playoff all’Armando Picchi contro l'Empoli. La massima serie però non perdona ed il 13 gennaio, con la squadra al penultimo posto, viene esonerato. Spinelli prova a richiamarlo nell’aprile dello stesso anno, nel tentativo della scossa finale, ma la speranza è vana e il Livorno retrocede. Non passa molto tempo senza panchina, il Bari lo ingaggia e lo trascina fino al decimo posto. L’annata successiva vede i galletti puntare alla Serie A, ma la quinta posizione a metà campionato fa propendere la società per l’esonero a metà stagione. Adesso il Crotone, con quella spinta in più che arriva dal cielo... Foto: fcbari1908.club