“Ninkovic ha talento ma mi fa arrabbiare, dopo 6 mesi ancora non parla l’italiano. Io cerco di aiutarlo ma lui deve capire che il calcio non è soltanto divertimento, quando giocavo per me ogni partita era una guerra”. Parole di Ivan Juric, storia di qualche settimana fa. Un bel modo di pungolarlo, evidentemente, dal momento che la musica sembra essere ineluttabilmente cambiata. Il tecnico croato, che sta incantando al debutto in quella Serie A che la scorsa primavera aveva conquistato col Crotone, nel mese di ottobre ha sempre tenuto in considerazione il gioiello serbo. Positivissimo l’esordio a Bologna, con Ninkovic a dare il là all’azione del gol vittoria con una splendida apertura di esterno per Laxalt, autore dell’assist a Simeone.
Sempre 18 minuti contro l’Empoli dopo la sosta, impatto significativo sul match con occasioni create a pioggia nel finale, pur essendo stato schierato da falso nueve dopo l’uscita del Cholito. Discorso più o meno valido per i nove minuti disputati sabato nel derby della Lanterna perso con la Samp. “Quando entra in campo fa bene, però non so se può incidere alla stessa maniera partendo dall’inizio”, il dubbio espresso dal tecnico del Genoa nella conferenza pre-Milan. E ieri sera Juric lo sfizio se l’è voluto togliere: fuori il vecchio Pandev, dentro il rampante Nikola. Stesso idioma slavo, resa differente sotto porta posto che dopo 11 minuti ‘Dzigi’ Ninkovic dimostra subito che, oltre che per spaccare le partite, può servire anche dal primo minuto. Rincon conclude un’azione personale con una bella palla liftata, lui sbuca alle spalle dei centrali rossoneri, scattando sul filo del fuorigioco, e di testa a volo d’angelo batte Donnarumma. Niente male: gol da nueve vero - al debutto da titolare contro un Milan in pieno magic moment - per lui che è solito ricoprire quasi tutti i ruoli negli ultimi 20-25 metri (esterno d’attacco, trequartista, seconda punta) meno quello di centravanti. Munito di una struttura fisica agile (182 cm per 69 kg) e di un tocco felpato, il versatile 21enne dei Balcani ama infatti svariare lungo tutto il fronte offensivo, giostra tra le linee alla ricerca di palloni da smistare e, soprattutto, aggredisce gli spazi con intuito e intelligenza tattica. Ieri la sua partita è durata 54 minuti, poi è stato richiamato in panchina per fare spazio a Lazovic. Subito dopo, la scellerata espulsione di Paletta ha aperto definitivamente il varco al trionfo rossoblu, sugellato dall’autorete dell’ex Kucka e da Leonardo Pavoletti, che mai perderà il vizio del gol.
Nikola nasce a Bogatic, cittadina di 33mila abitanti della Serbia centrale, il 19 dicembre del 1994 e già all’età di 7 anni entra nel mitico vivaio del Partizan, dal quale sono usciti - restringendo l’analisi all’epoca recente - anche i vari Jovetic, Ljajic, Nastasic e Markovic. Con il blasonato club di Belgrado, a far data dall’esordio assoluto in prima squadra, datato 19 luglio 2011 in occasione del secondo turno preliminare di Champions contro lo Shkendija, totalizza nelle varie competizioni 121 presenze, con 17 reti e 26 assist all’attivo. In bacheca tre campionati serbi e la gloria per l’essere divenuto, non ancora maggiorenne (nel 2012), il calciatore più giovane a indossare la fascia di capitano del Partizan. Nell’inverno del 2016 arriva la chiamata dall’Italia, con il Genoa a fagli sottoscrivere un contratto fino al 2019 prima di parcheggiarlo al Chievo. In gialloblu Ninko passa per oggetto misterioso, il problema della lingua non ne agevola certo l’inserimento nella macchina perfetta guidata da Rolando Maran, che gli regala 7 minuti a fini statistici nella manita esibita al Frosinone il 20 aprile. Per il resto, esperienza da spettatore non pagante in panchina. Anche questa annata non era iniziata sotto i migliori auspici, con un infortunio a costringerlo a saltare il ritiro pre-campionato. Ma ora Nikola ha memorizzato che deve ingranare le marce alte, per sbaragliare l’agguerrita concorrenza nel Genoa e, perché no, tornare in orbita Nazionale maggiore dopo esserci uscito alla fine del 2012 per via di una mega rissa nel corso di Serbia-Inghilterra Under 21. Qualche aspetto caratteriale va smussato, il primo virgolettato del suo attuale tecnico - che vi abbiamo proposto in apertura - lo comprova, ma, in attesa di imparare l’italiano, il pigro studente Dzigi Ninkovic ha cominciato a far parlare il campo. Più delizia che croce di Juric: qualità e margini di miglioramento sono sotto gli occhi di tutti.
Foto: Facebook ufficiale Genoa - Tanopress