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Quelli che non sono da Inter è meglio che tolgano il disturbo

01.10.2016 | 00:05

Qualcuno se la prenderà, ma è l’evidenza dei fatti. Soprattutto: è arrivato il momento di tagliare i rami secchi, chi non è da Inter giusto che vada da un’altra parte. Abbiamo detto non da Inter, di sicuro all’altezza della serie A. Ma con l’avvento di Suning serve un organico maggiormente competitivo, con riserve (anche se diventa assurdo chiamarle così) all’altezza dei titolari. Ora, senza fare troppi giri di parole, l’era dei D’Ambrosio e dei Nagatomo è ai titoli di coda. Pensare che lo stesso Santon, ragazzo sfortunatissimo, debba dimostrare sempre di essere il “bambino d’oro” di diversi anni fa anche questa è un’impresa titanica. Riproporre il Felipe Melo di turno dopo l’assurda prestazione di Praga è qualcosa di inimmaginabile. E ci vengono i brividi se pensiamo che l’Inter, su insistenza di Mancini, lo prese dopo che il centrocampista brasiliano aveva rinnovato il contratto con il Galatasaray. Malgrado la decisione antecedente dei nerazzurri di rinunciarvi, quando esisteva la possibilità di ingaggiarlo a zero. Salvo poi tornarci successivamente, dopo il contratto regolarmente prolungato da Felipe Melo. Sinceramente fatichiamo a immaginare che questo Ranocchia possa avere prospettiva se dopo una partita dignitosa, come quella contro il Bologna, ricade negli errori di sempre. Quindi, inutile fare troppi giri di parole: quelli che non sono da Inter è meglio che tolgano il disturbo. La prossima o tra due sessioni di mercato.