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Osimhen, sano realismo senza fasciarsi la testa. La pazienza del Napoli meriterebbe un premio

18.07.2020 | 10:25

Saremmo i primi ad essere felici se Victor Osimhen avesse fatto le visite con il Napoli e quindi se avesse firmato il contratto quinquennale che lo legherebbe al club azzurro. Non è così, anzi: non è ancora così. Ma la partita resta aperta, sarebbe chiusa (a favore del Napoli) se il nuovo agente D’Avila non avesse sparigliato le carte giocando al rialzo sulle commissioni e magari prendendo un po’ di tempo. Il calciomercato è questo, prendere o lasciare. Noi lo prendiamo perché siamo abituati a situazioni così. Ma vanno chiarite alcune cose. La prima: D’Avila deve portare un’offerta vera che non siano sondaggi (per esempio quello del Liverpool: sondaggi non significa affare fatto, qualcuno corre..) e abbiano una sostanza di cartellino come ha fatto De Laurentiis. Morale: 50 milioni più bonus. Altra morale: se gli garantiscono tutte le commissioni e non portano quei soldi per il cartellino parliamo del nulla. La seconda: il Napoli spera fortemente che i prossimi due-tre giorni trascorrano senza traumi, cioè senza l’irruzione vera di un club che metta sul tavolo il cinquantino necessario per accontentare il Lille. A quel punto potrebbe tessere la tela con fiducia in crescita.  La terza cosa: i catastrofismi non aiutano, abbiamo letto qualche giudizio ingeneroso, ovvero che Osimhen costerebbe troppo. Magari ora, se andasse da qualche altra parte, quel qualcuno aggiungerebbe “era un fenomeno, ce lo siamo fatti scappare”. Calma, intanto non è andato da nessuna parte. La quarta cosa è essenziale: saremmo i primi a essere felici se andasse in porto, non soltanto perché questa storia per noi è retrodatata di due mesi quando non c’era traccia. Ma più che l’egoismo personale (non siamo noi ad apporre le firme) significherebbe far sognare una città con un colpo che sarebbe sensazionale, il più oneroso dell’era De Laurentiis. In questa settimana sono accadute cose strane: chi era rimasto indietro sulla trattativa ha parlato di “affare fatto”; chi non vedeva l’ora di sputare veleno ha aggiunto “avete visto, voleva la Premier e l’avrà” come se fosse una ripicca personale. Chi ha parlato di Liverpool si è accodato, ma – ripetiamo – conta la totale quadratura che oggi non c’è e non ha senso tirare il Napoli fuori dai giochi.  Se D’Avila si rendesse conto che la sua corsa alle commissioni non si sposa con un club che – con i fatti – pareggia la proposta per il cartellino del Napoli, magari potrebbe rischiare di restare con il cerino in mano. E fare una rapida retromarcia a favore del club che cerca Victor da due mesi. Vedremo. Noi pensiamo che Osimhen, con tutto il rispetto per un ragazzo ambizioso e per un grande attaccante di oggi e di domani, abbia sprecato fin qui l’occasione per dire “caspita come mi hanno corteggiato a Napoli, cosa sto ancora aspettando?”. E’ il classico giochino al rialzo che, ogni tanto e non spesso, rischia di farti restare con un pugno di mosche in mano, la visibilità che avrebbe al San Paolo e dintorni non l’avrebbe altrove. A Liverpool al posto di chi giocherebbe? Non ha sempre detto che gli serve un club in grado di dargli la totale fiducia e il posto fisso? Quindi, aspettiamo, ne vale la pena. Il Napoli non ha minimamente imhen
approfondito piani b c o d. E’ deluso per essere prigioniero dei giochi al rialzo di un agente che ha preso tempo nelle ultime 48 ore, ma vuole capire bene la fine della telenovela Osimhen. Sperando sempre che il lieto fine sia un premio. E il premio sarebbe meritato per la pazienza che il Naooli sta avendo. La vicenda va seguita passo dopo passo (in fondo lo facciamo da due mesi…), ma difficilmente sarà un discorso delle prossime 12 o 18 ore. Anzi se – ripetiamo – i prossimi due o tre giorni scivolassero senza un’offerta totalmente affidabile dei presunti concorrenti del club azzurro, non soltanto le famose commissioni, potrebbero aprirsi scenari differenti. E’ questa la speranza, che resiste e non muore, in casa Napoli.