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PANUCCI, IL FIGLIOCCIO DI SPINELLI

19.03.2015 | 11:17

Christian Panucci da un paio di giorni è il nuovo allenatore del Livorno, piazza molto calda dove ritrova come presidente quell’Aldo Spinelli che lo acquistò al Genoa dandogli la possibilità di esordire in serie A. Ma per l’ex terzino 41enne questa non è la prima esperienza su una panchina. Fino a novembre il nostro personaggio del giorno sedeva infatti a fianco di Fabio Capello come vice Commissario Tecnico della Russia. Un connubio durato oltre 2 anni, culminato con la disastrosa partecipazione ai mondiali brasiliani della scorsa estate e terminata in modo ancor peggiore. Già, perché la crisi che recentemente ha attanagliato la Federazione ha colpito duramente anche l’intero staff dell’allenatore italiano, costretto prima a lavorare gratuitamente e, in seguito, mandato a spasso. Panucci non l’ha presa bene, attaccando anche il suo ex-mentore Capello, reo di non aver adeguatamente difeso i propri subordinati dalle angherie dei dirigenti.

Eppure, proprio a Don Fabio va uno dei suoi primi pensieri da allenatore dei labronici, ringraziandolo per l’opportunità concessagli ed augurandosi di aver carpito alcuni segreti di uno tra i migliori tecnici sfornati nella penisola.

In verità Panucci un’esperienza fuori dal terreno di gioco l’aveva già fatta nel 2012 a Palermo quando Zamparini lo assunse come direttore dell’area tecnica, ma dopo poco più di un mese Christian consegnò le dimissioni per incomprensioni sorte con il presidente, che avrebbe voluto Giorgio Perinetti, allora al Siena, al suo posto. Insomma, fin qui le esperienze fuori dal terreno di gioco sono state avare di soddisfazioni per Panucci.

Ben diversa invece la carriera da calciatore, ha infatti indossato alcune delle maglie più prestigiose di tutta Europa.

Dopo essere stato lanciato dal Genoa, a nemmeno 20 anni arriva la chiamata del Milan, dove in 4 stagioni arrivano nel palmares due scudetti ed una Coppa dei Campioni (1993-1994), nonchè la prima chiamata in Nazionale. Lo step successivo è di quelli che un giocatore sogna per tutta la vita, il Real Madrid dei Galacticos. Christian lascia il segno anche con i Blancos e al suo ritorno in Italia dopo 2 anni, sponda Inter, porta con sè numerosi trofei quali un campionato Spagnolo, un’altra Coppa dei Campioni ed anche il titolo Intercontinentale. Con i Nerazzurri però il feeling non sboccia mai, e non giova nemmeno il trasferimento ai Blues del Chelsea, che dopo sei mesi già scaricano il terzino italiano mandandolo in prestito al Monaco.

A fine stagione, e siamo nel 2001, Panucci torna in Italia, alla Roma, e finalmente arriva il riscatto. Con i Giallorossi saranno otto bellissimi anni nonostante il campionato gli sfugga dalle mani per ben 5 volte, conquistando comunque due coppe e due supercoppe nazionali.

L’ultimo anno di carriera Christian lo trascorre a Parma, appena ritornato in Serie A dopo la retrocessione dell’anno prima. Il terzino sarà gran protagonista nonostante gli ormai 36 anni, trascinando il club ad un ottimo 8° posto finale. Meno fortunate sono state le sue avventure con la maglia azzurra della Nazionale. Assente sia ad Euro 2000 nella finale persa con la Francia che a Germania 2006, quando invece la coppa è finita in mano nostra, gli unici titoli risalgono ai tempi dell’Under-21, con le vittorie di categoria nel ’94 e nel ’96.

Speriamo che la carriera da allenatore possa riservare a Christian grandi soddisfazioni; senza dubbio, lui ce la metterà tutta per trasmettere ai suoi ragazzi quella passione e quella professionalità che lo hanno contraddistinto in quasi 30 anni di carriera. E, in una sorta di deja-vu, l’inizio passa ancora una volta da Spinelli.

Foto: La Nazione