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La parabola di Ljajic, da esubero a valore aggiunto Toro

08.04.2018 | 23:55

Il calcio sa sempre regalare parabole molto interessanti: l’ultima è quella di Adem Ljajic, passato nel volgere di un paio di mesi da esubero a vero e proprio trascinatore e valore aggiunto. Nelle prime 6  partite della nuova gestione, avviatasi il 4 gennaio con l’avvento di Mazzarri, lo specialista offensivo serbo mai era stato preso in considerazione: solo panchina, nemmeno un minuto da subentrato. Tant’è che si parlava insistentemente di mercato, anche a febbraio sfruttando le finestre ancora aperte (come quella russa). Ma alla fine il bizzoso fantasista di Novi Pazar è rimasto al Torino e progressivamente ha iniziato a sintonizzarsi sulle frequenze di Walter, che per la prima volta lo ha chiamato in causa il 25 febbraio nel finale del match contro il Verona. Una prima ma significativa apertura, prima dell’altro spezzone contro la Fiorentina, ma anche in quel caso era arrivata una sconfitta. Poi, la svolta di Cagliari, con il suo ingresso sullo 0-0 a spaccare la partita fino al trionfale 4-0 granata (una rete firmata dallo stesso Ljajic) maturato nell’ultima mezzora. “Adesso ha capito cosa voglio”, sentenziò Mazzarri, bravo anche a cambiare modulo per conferire maggiore equilibrio ed esaltare al meglio le caratteristiche dei suoi pezzi da novanta. Una vittoria fondamentale, quella della Sardegna Arena, perché il Toro veniva da quattro sconfitte di fila, mentre adesso – a proposito di serie – sono tre i successi di fila, dal momento che – dopo l’altro poker contro il Crotone – oggi è toccato all’Inter cadere sotto i colpi della banda Mazzarri. E il lunch match l’ha deciso direttamente lui, condannando la sua ex squadra con un piattone su assist di De Silvestri. Il tecnico di San Vincenzo, parimenti ex ma dal dente avvelenato, avrà sicuramente gradito. Sin qui sono 22 le presenze stagionali di Ljajic, impreziosite da 5 gol e 10 assist. E chissà che dopo una carriera condizionata da non troppa continuità, per motivazioni esclusivamente caratteriali (le qualità tecniche non sono in discussione), il connubio con Walter – una volta scoccata la scintilla – non possa essere quello buono per la definitiva consacrazione del talento dell’Est.

Foto: Twitter Torino