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Paratici: “Restiamo a casa, seguiamo le indicazioni. Tv, libri e musica. Vi racconto i miei viaggi di mercato”

23.03.2020 | 15:57

Fabio Paratici, direttore sportivo della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista in collegamento con Juventus TV in merito all’attuale situazione: “Io vengo da una terra particolarmente colpita che è Piacenza, che viaggia con una media di 30 defunti al giorno. Dobbiamo restare a casa e seguire le indicazioni che arrivano con sempre maggiore attenzione”. Inizia con questo appello, l’intervista di Fabio Paratici.

Hai un aneddoto da raccontare sui tuoi viaggi?
“Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto, ho fatto sei anni alla Samp in cui facevo il capo degli osservatori e quindi ero sempre via. Ce ne sono tanti: un anno seguimmo un Sudamericano Sub 17 in Ecuador, a Quito. E per seguire un calciatore e incontrare la sua famiglia chiesi alla famiglia dove poterci incontrare. L’appuntamento fu alla stazione dei bus di Quito e io andai lì in giacca e cravatta, sbagliando. Il tassista, arrivato in quel posto molto malfamato, mi chiese: sei sicuro di scendere? Io attraversai la stazione di Quito a testa bassa, sperando nessuno mi toccasse. Poi in Canada, Mondiale Under 17: la semifinale fu Argentina-Cile e già allora seguivamo Vidal. La partita finì otto contro otto e nel sottopassaggio arrestarono tutti i calciatori”.

Sei un grande appassionato di musica.
“E in questa passione ho una grande compagna come Gabriella Ravizzotti. Lavora in Juve e ci passiamo anche i link con le canzoni dei nuovi cantanti…”.

In che ruolo giocavi?
“Cercavo di inserirmi dove gli altri mancavano, per sfruttare le poche partite in cui gli altri non giocavano mi adattavo. Per caratteristiche, somigliavo a Pessotto…”.

Che rapporto hai col nuoto?
“Provo a nuotare una-due volte a settimana per un massimo di venti minuti. Mi piacerebbe farlo di più e ammiro chi lo fa, ma io mi annoio”.

Hai seguito Paltrinieri in questi anni?
“Io sono un grande appassionato di calcio ma anche di sport in generale. Seguo tutto. L’ho seguito con grande attenzione al pari di grandi campioni di altri sport e l’Italia ha un grande gruppo di nuovi campioni. La continua pressione e il dar per scontato il dover vincere per forza sono secondo me due punti in comune tra Paltrinieri e la Juventus”.

Come esultavi?
“Non segnavo mai, non avevo un’esultanza… Era talmente raro”.

Un altro aneddoto.
“Siamo partiti per vedere due gare delle nazionali, dovevo vedere una doppia partita in Polonia e sono rimasto lì dieci giorni perché il paese era chiuso per neve. Andavo all’internet point e ci stavo venti ore ed ero da solo in questo albergo per dieci giorni. Quando arrivò il conto alla Samp per l’utilizzo del mio internet point mi fu decurtato dallo stipendio”.

Cosa guardare in questo periodo?
“Mi è piaciuto molto Joker. Poi in questi giorni ho guardato Sky Sport Room, una trasmissione fatta molto bene. Poi ho guardato Sky Arte. Ho poi letto l’ultimo libro di Walter Veltroni e mi sento di consigliarlo”.

Foto: Mirror