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Parma, niente sequestro per Leonardi. I legali: “La radiazione sportiva è un paradosso”

15.11.2016 | 18:35

Il Tribunale di Bologna ha rigettato il ricorso, per sequestro conservativo, promosso dalla Curatela del Fallimento del Parma Football Club S.p.A. avverso gli organi amministrativi e di controllo della società.

I curatori, a seguito della sentenza di fallimento, avevano chiesto che il giudice disponesse il sequestro di beni appartenenti agli ex amministratori per oltre 60 milioni di euro. Sul presupposto che il fallimento del Parma fosse stato provocato dalla cattiva gestione del patrimonio societario. Già nel corso del procedimento il giudice aveva disposto una consulenza tecnica d’ufficio per capirne di più e oggi, dopo circa un anno, il Tribunale ha rigettato in toto il ricorso, ritenendo che non siano state provate né le condotte illecite degli organi della società prima del fallimento, né il conseguente danno. Ecco perché il giudice ha decretato che non sussistono le ragioni cautelari per emettere il provvedimento di sequestro.

Duro il commento degli avvocati Prof. Sergio Scicchitano, Paolo Rodella e Federico Tedeschini, legali di Pietro Leonardi, ex direttore del Parma radiato per queste vicende – in ambito di giustizia sportiva – con provvedimento della Figc: “Pur soddisfatti del risultato, constatiamo con profonda amarezza che, per medesimi fatti, la giustizia sportiva si è posta in contrasto con la giustizia ordinaria, emettendo nei confronti del nostro assistito un provvedimento abnorme equivalente all’ergastolo sportivo. Avevamo chiesto agli organi di giustizia sportiva di attendere la imminente decisione del Tribunale di Bologna, invece di correre ad emettere il provvedimento di radiazione: si sarebbe potuto avere un quadro più completo della situazione ed anche il grado di coinvolgimento del Leonardi nel Fallimento Parma sarebbe stato più chiaro. Ora invece, a distanza di pochi giorni, si è verificato un vero e proprio paradosso che comunque confidiamo di risolvere nel terzo grado di giudizio innanzi agli Organi del CONI”.

Foto: zimbio.com