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PEDRI, LA CHAMPIONS COME IL CALCETTO. UN TEENAGER “QUASI” NORMALE

24.10.2020 | 16:06

Pedri

Pedro Gonzàlez Lopez, o semplicemente Pedri, come lo chiamano tutti, è uno dei talenti più promettenti su cui fa affidamento il Barcellona per il nuovo corso inaugurato con Koeman.
In Spagna il suo nome è già da diverso tempo noto agli addetti ai lavori e agli appassionati, nonchè sui taccuini di tanti direttori sportivi, affascinati dal modo elegante con cui il classe 2002 accarezza il pallone.

Solo negli ultimi giorni, però, Pedri si è fatto conoscere anche al di là dei Pirenei, attirando su di sè le luci della ribalta del palcoscenico europeo.
Il giovane, infatti, pochi giorni fa ha debuttato in Champions League nel match vinto dai blaugrana 5-1 contro il Ferencvaros. Sono bastati meno di venti minuti a Pedri per segnare il primo gol in con il Barca e il primo in carriera nella maggior competizione continentale.
Non male, per un 17enne che raggiungerà la maggiore età solo fra un mese e che nella scorsa stagione militava nella Segunda Divisiòn, la Serie B spagnola.
Basterebbe questo per battere le mani all’esterno, all’occorrenza trequartista culè. Ma Pedri ha fatto parlare di sè non solo o non tanto perchè potrebbe essere l’ennesimo giovane crack lanciato dal Barcellona, ma più per la “straordinaria normalità” mostrata proprio nel fortunato match in questione. Quella che al giorno d’oggi, un’epoca in cui grazie ai social basta una sola partita ai giovani calciatori per entrare in un mondo parallelo, è piuttosto rara. Attribuile più a un teenager comune, piuttosto che a un tesserato di uno dei più importanti club al mondo.

Pedri, infatti, martedì sera ha fatto giusto queste due-tre cose. Si è presentato al Camp Nou senza borsone da calcio, senza accessori vari al seguito; solo una busta di plastica, quella della spesa, in cui c’erano dentro il ricambio e le scarpe da gioco. Ha esordito in Champions, ha fatto gol di fianco a Messi, il tempo di scambiare due parole con i giornalisti, chiamare un taxi e aspettarlo fuori dallo stadio (anche perchè ovviamente non ha la patente).
Tutto con la stessa eccezionale semplicità di quando fino a poco più di due anni fa, finito l’allenamento con la squadretta di paese, imbracciava un sacchetto simile e raggiungeva la spiaggia più vicina a  Tegueste, località in cui è nato e cresciuto situata nella splendido paradiso delle Isole Canarie.

Il giovane Pedri, nonostante tutto, sembra voler continuare a comportarsi come un normale minorenne, come forse è giusto che sia.
Tanto normale, però, il classe 2002 non può essere. Lo spagnolo è infatti abituato a bruciare le tappe.
Il Barcellona lo aveva acquistato dal Las Palmas, club in cui ha conquistato la titolarità a soli 16 anni e di cui è diventato il più giovane marcatore della storia del club. Non è neanche tanto usuale, a quell’età, far litigare Barca e Real per il tuo cartellino. I blaugrana, a quanto pare, hanno avuto la meglio nel “clasico” di mercato grazie ad una nevicata a Madrid, che ha impedito al ragazzo di svolgere il provino in programma con i blancos e che ha dato tempo ai dirigenti culè di convincerlo.

Tutto questo fa pensare a un talento fuori dall’ordinario, ma che fuori dal campo continua a comportarsi come se non lo fosse. Del resto, che sia la Champions o la partita di calcetto del giovedì con gli amici, non conta molto come si arriva o si lascia il campo, ma quello che dimostri dentro al rettangolo da gioco.
Vero, Pedri?

 

 

Foto: Twitter ufficiale Barcellona