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PEDRO IN BLUE, L’ULTIMO CONTROPIEDE DI MOU

21.08.2015 | 09:30

Pedro Rodriguez ha tenuto duro finché ha potuto, aveva sempre accettato il ruolo di titolare a metà dovendo confrontarsi negli anni con elementi del calibro di Ronaldinho, Eto’o, Henry, Ibrahimovic, Villa, Sanchez, Neymar, Suarez e naturalmente Lionel Messi. Il Barça ormai era casa sua: lo aveva accolto a La Masia nel 2004 per affinarne le doti nella cantera e lanciarlo in prima squadra a far data dal 12 gennaio del 2008, in occasione del poker rifilato al Real Murcia. Mai Pedrito avrebbe lasciato di sua sponte, se solo non fosse stato costretto dall’evidenza dei fatti. D’altronde la vita è una, la carriera anche (a 28 anni suonati) e la MSN, là davanti, era una montagna troppo alta da scalare per chiunque.

Lo aspettavano a Carrington, quartier generale del Manchester United, invece la sua sagoma si è materializzata a Stamford Bridge: operazione chiusa a sorpresa nella notte tra il 18 e il 19 agosto. Un contropiede ferale per i Red Devils quello piazzato dalla società di Roman Abramovich e soprattutto da José Mourinho, non nuovo ad imprese del genere in questo periodo dell’anno: il 21 agosto del 2013 il brasiliano Willian si era già sottoposto alle visite mediche per conto del Tottenham: prime foto, annuncio in arrivo…però sul sito del Chelsea dopo uno scippo clamoroso che lasciò gli Spurs con un palmo di naso.

A parte le 55 apparizioni con la camiseta del Barça B (impreziosite da 17 segnature), Pedro ha salutato il Camp Nou dopo 321 presenze e 99 gol, l’ultimo messo a segno l’11 agosto nella notte georgiana di Tbilisi: sua la zampata che ha consentito agli uomini di Luis Enrique di battere il Siviglia e mettere le mani sulla Supercoppa europea all’esito di una gara epica conclusasi sul 5-4. Ultimo trofeo di un ricchissimo palmarès personale che annovera 5 Liga, 3 Coppe del Re, 4 Supercoppe di Spagna, 3 Champions League, 3 Supercoppe Uefa e 3 Mondiali per club. In totale fanno 20, ai quali vanno aggiunti Mondiale ed Europeo vinti con la Roja di Del Bosque, con cui conta 52 presenze e 16 reti. Da menzionare il record del 2009 quando, primo giocatore nella storia del calcio, è riuscito a segnare in tutte e sei le competizioni ufficiali disputate da una squadra di club, nella fattispecie il Barcellona: Liga, Champions League, Coppa del Re, Supercoppa di Spagna, Supercoppa europea e Mondiale per club. Professione hombre del partido a dispetto di un minutaggio spesso esiguo, fisico brevilineo e scattante (167 cm per 62 kg), Pedro Rodriguez Ledesma, nato a Santa Cruz de Tenerife il 28 luglio del 1987, si è esaltato col tiki-taka e ha tutte le carte in regola per fare la differenza anche in Inghilterra.

Queste le sue prime dichiarazioni rilasciate al sito internet dei Blues dopo l’ufficialità: “È fantastico essere qui. Le strutture del club mi hanno impressionato, i compagni mi hanno accolto benissimo e non vedo l’ora di scendere in campo. La prima seduta è stata molto intensa, se il coach mi sceglierà sarò pronto a giocare fin da subito, anche perché l’ho già fatto con il Barcellona in questa stagione. Quanto ha influito Mourinho sulla mia scelta? Mi ha telefonato un paio di volte, dicendomi che aveva bisogno di me per allestire una squadra più forte, è stato questo uno dei motivi che mi ha convinto a scegliere il Chelsea. Il mister ha vinto ovunque, non vedo l’ora di giocare per lui. In passato sono venuto qui da avversario e sono sempre state partite difficili. I tifosi non smettono mai di incitare la squadra, Stamford Bridge dà sensazioni incredibili e sarà bellissimo giocare nel Chelsea anche per questo. Fabregas? Ho parlato anche con lui, siamo molto amici, sapevo che mi sarei sentito a casa, non vedo l’ora di giocare di nuovo con Cesc. Ma ho anche giocato con Diego Costa e Cesar Azpilicueta, in Nazionale, anche loro mi aiuteranno”.

Chiudiamo l’approfondimento dedicato al nostro personaggio del giorno con una piccola curiosità: a beneficiare del trasferimento da 30 milioni (compresi i 3 di bonus) sarà anche il Deportivo Raqui San Isidro, il club di Tenerife in cui è cresciuto fino all’età di 17 anni e che riceverà, stando a quanto riferito da Mundo Deportivo, una cifra pari a 420.000 euro a titolo di premio di valorizzazione: soldoni per una realtà davvero modesta.

Domenica il Chelsea sarà di scena nella tana del West Bromwich, c’è da risalire la china dopo lo striminzito punticino raccolto nelle prime due giornate di Premier League. Lo Special One potrebbe già chiamarlo in causa e il piccolo Pedrito scalpita: vuol dimostrare al mondo intero di essere grande anche senza la comoda maglia blaugrana indosso. 

Foto: Twitter Chelsea