Pelè, l’arte del mediano rigorista al servizio del Principato
07.07.2018 | 11:40
Lo specifichiamo fin da subito: non esiste alcun grado di parentela tra Judilson Mamadu Tuncará Gomes, il giovane Pelè appena acquistato dal Monaco per 10 milioni, ed Édson Arantes do Nascimento, il Pelè che non ha bisogno di presentazioni. Stessa arte, ma solo nel nome. Le differenze sono tante, a partire dalla nazionalità, dal ruolo e dalle scelte fatte durante la propria carriera sportiva.
Il Pelè dei giorni nostri è un mediano, classe 1991, che compirà 27 anni il prossimo 29 settembre. Nasce a Santiago do Cacem, un comune portoghese di circa 30.000 abitanti situato nel distretto di Setubal. Il possesso del doppio passaporto gli permette di fare esperienza prima con la maglia della Nazionale portoghese, con la quale colleziona 36 presenze e 2 reti tra l’Under 18 e l’Under 21, poi con quella guineana, nella quale ha esordito il 10 giugno 2017 nella sfida contro il Namibia, valevole per la qualificazione alla Coppa d’Africa.
Una vita trascorsa nel suo Paese natìo. Cresciuto nelle giovanili del Belenenses, brucia le tappe tra l’estate del 2006 e gennaio 2009: a distanza di sei giorni, a soli 17 anni, arriva il debutto sia in Liga Nos (11 gennaio) sia nella Coppa nazionale (17 gennaio), sotto la guida del tecnico Jaime Pacheco. Nell’agosto del 2011 arriva la chiamata che può cambiare la sua vita, individuale e professionale. Il Milan lo acquista per 300.000 euro con l’intenzione però di continuare a farlo crescere in altre squadre e puntare su di lui negli anni successivi. Il mediano dal fisico impostato, alto 1,82 mt, debutta a 21 anni anche nella massima serie ucraina con la maglia dell’Arsenal Kiev, club allenato attualmente da Fabrizio Ravanelli. Il periodo di migrazione è appena cominciato, con una serie di prestiti che lo costringono a cambiare squadra una volta all’anno. Dopo l’esperienza all’Est, torna in patria: prima con l’Olhanense, poi di nuovo al Belenenses. La società rossonera lo osserva attentamente durante questi anni: il ragazzo sta crescendo, sta facendo vedere cose discrete, ma il salto in prima squadra appare comunque prematuro. Perciò la scelta più saggia è quella di farlo maturare nella sua terra, in un campionato che conosce bene. Ceduto gratuitamente al Benfica nell’estate del 2015, inizia un’altra fase di peregrinaggio: Pacos Ferreira, Benfica B, Feirense e Rio Ave.
È qui che avviene la consacrazione effettiva del giovane Pelè, squadra in cui trova fiducia e continuità grazie alla scelta del giovane allenatore Miguel Cardoso di accostarlo nel 4-2-3-1 davanti alla difesa, accanto al capitano della squadra, l’esperto Tarantini, una bandiera del club. I due sembrano completarsi bene in quella zona di campo: il classe ’83 più tecnico ed elegante, attento alla fase d’impostazione; il giovane Pelè più fisico e sostanza, ma con un piedino abbastanza educato da farlo specializzare nella particolare tecnica del tiro dal dischetto. Già, proprio così. Un mediano rigorista. La sua prima rete stagionale arriva il 2 dicembre 2017 nella sfida contro il Tondela, vinta per 3-1. Ancora sullo 0-0, l’arbitro fischia un fallo in area e assegna il penalty al Rio Ave: i suoi compagni di squadra lasciano prendere il pallone al portoghese senza esitazioni. Con la calma di un veterano, lo appoggia sul cerchio bianco e si allontana di pochi centimetri. Con freddezza e lucidità, a Pelè serve un solo passo per arrivare a calciare la sfera e a depositarla alle spalle del portiere. Apre le danze in quella partita, ma aprirà anche una parentesi di ben 7 rigori segnati su 7 assegnati. Tra cui due in una sola partita (le ultime segnate), nel 2-1 contro il Chaves. La sua capacità di saper indirizzare il pallone con forza e precisione, senza prendere alcuna rincorsa, si traduce in una sentenza. I suoi gol consentono al club portoghese di terminare al quinto posto il campionato, accedendo ai preliminari di Europa League. Ma il salto di qualità di Pelè non si ferma qui. Per il giovane mediano rigorista, che il Vecchio continente lo conosce bene, è tempo di godersi l’Europa che conta: la Champions League. Il Monaco chiama, lui risponde: Sì. 10 milioni al Rio Ave e la nuova avventura può iniziare. È tempo di sfoggiare tutta la sua arte… non solo nel nome.
Foto: twitter Monaco