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PELLÈ, RITORNO AL PASSATO

03.02.2021 | 15:36

Dopo l’esperienza di 5 anni nella Chinese Super League, il 35enne attaccante salentino torna a Parma, dove nella stagione 2011-12 segnò il suo primo e fino a qui, unico gol in Serie A. Sempre a caccia di nuove sfide, il suo girovagare per il mondo lo ha portato a giocare anche in Olanda e Inghilterra. Ma procediamo con calma.

Graziano Pellè nasce a San Cesario (Lecce) il 15 luglio 1985. Muove i primi passi da calciatore nel Copertino, squadra della citta salentina, ma ben presto viene portato al Lecce, dove nel gennaio 2004 esordisce in Serie A contro il Bologna. Inizia a segnare i primi goal, in Serie B, con le esperienze a Crotone e Cesena. È proprio l’esperienza in Romagna, che fa attirare su di sé i fari olandesi: nel 2007 si trasferirà all’AZ Alkmaar dove rimarrà 4 anni, in tempo per segnare le prime reti nella massima serie di un campionato e per fare una rapida conoscenza di quello che poi diventerà uno degli allenatori più incisivi per la sua carriera: Ronald Koeman. Decide nel 2011 di tornare in Italia, firmando per il Parma. Il ritorno nel Belpaese non sembra rinvigorire l’attaccante salentino, tanto che nella finestra invernale i ducali decidono di mandarlo alla Sampdoria, nel campionato cadetto. Ovviamente non prima di aver segnato la sua prima rete in Serie A, proprio contro il suo Lecce, come fosse un segno del destino.

Nel frattempo, Ronald Koeman firma con il Feyenoord, e decide di affidare le chiavi dell’attacco della squadra proprio a quell’italiano che non stava riscuotendo successo in patria. Il ritorno nei Paesi Bassi, stavolta a Rotterdam, di cui diventa presto il re, coincide con la definitiva esplosione di Pellè: in due stagioni segna 55 gol e 15 assist in 66 partite.

Nel 2014 vola in Premier agli inglesi del Southampton, voluto fortemente dal nuovo tecnico dei Saints, Koeman. In Inghilterra il rendimento cala inevitabilmente ma resta comunque abbastanza positivo da convincere Antonio Conte a chiamarlo per l’Europeo del 2016.

Agli Europei francesi, Pellè rappresenta una pedina fondamentale per il lavoro di sacrificio da “centravanti boa” e per i gol, e il suo apporto è ben visibile fin da subito con i gol al Belgio e alla Spagna, che qualificano gli azzurri per l’eterna sfida alle semifinali contro la Germania. L’Italia gioca una grande partita anche contro i tedeschi, almeno fino ai rigori. Nella mente di qualunque italiano, anche i meno appassionati, quella rassegna rimarrà impressa nella storia per gli errori grossolani di Simone Zaza e Pellè, che mima al portiere Manuel Neuer il gesto del cucchiaio per poi concludere nel peggior modo possibile.

Un rigore che macchia, ma non cancella il buon Europeo del giocatore, tanto da attrarre l’interesse di diverse squadre, tra cui lo Shandong Luneng, che porterà in Cina il bomber salentino con la classica offerta irrinunciabile: 38 milioni per 2anni e mezzo. Un’avventura completamente diversa per voltare pagina dopo un Europeo vissuto da protagonista e terminato nel peggiore dei modi. Nonostante la nuova vita, Graziano rimane nel giro della Nazionale anche con il nuovo ct Gian Piero Ventura, almeno fino alla sfida contro la Spagna, dove rifiutandosi di ricambiare la stretta di mano dell’allenatore, sarà la sua ultima partita in maglia azzurra, chiudendo comunque con uno score di 9 gol in 20 gare.

Nonostante una vita lussuosa, in Cina non perde di vista la porta continuando a segnare con una certa regolarità e diventando presto l’idolo dei tifosi locali. Pellé ha lasciato lo Shandong con un ultimo regalo ai tifosi asiatici: la vittoria della Coppa nazionale, realizzando un gol nel 2-0 in finale contro lo Jiangsu Suning, chiudendo con 133 presenze e 63 reti tra AFC Champions League e Chinese Super League.

Torna a Parma per 5 mesi con opzione per un altro anno, con l’obiettivo di portare la squadra alla salvezza e  migliorare il suo score in Serie A, che finora è soltanto di un goal. Il suo bilancio provvisorio in gialloblù è di 2 goal in 14 presenze, ma è destinato ad arricchirsi.

 

 

 

 

Foto: SHANDONG TWITTER