Pep al primo flop, il bello viene adesso

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“Barcellona? Facile vincere con Messi, Xavi, Inesta & company, vediamo cosa farà altrove”; “Bayern? Vincere dentro i confini della Germania è il minimo sindacale, ci mancherebbe”. Questi virgolettati sintetizzano il pensiero storico dei detrattori di Pep Guardiola, che mai avevano mancato di sminuire gli eccezionali risultati raccolti da chi, al debutto alla guida di una prima squadra, si era presentato con un Triplete. Identikit da predestinato della panchina, confermato dal palmarès e, soprattutto, dall’impronta in termini di gioco che l’allenatore catalano ha lasciato in questo nuovo millennio, probabilmente la principale: il riferimento è naturalmente al suo tiqui-taca (o tiki-taka nella versione italianizzata), esportato con i debiti adattamenti anche al di là del Camp Nou. Ebbene, da circa 30 ore il partito degli anti-Pep, dopo anni di vacche magre, ha raccolto la sua prima soddisfazione. Già, perché per la prima volta - nella sua sfolgorante carriera - Guardiola chiuderà una stagione a zeru tituli, volendo citare la celebre espressione di José Mourinho, ieri suo rivale nella Liga oggi direttamente a Manchester. La certezza è arrivata con l’eliminazione in semifinale di FA Cup, per mano del vituperato Arsenal di Wenger che contenderà al Chelsea di Conte la Coppa d’Inghilterra. Nell’altra competizione inglese, la Coppa di Lega, il suo Manchester City era stato fatto fuori agli ottavi proprio da Mou nel derby, mentre in Champions a sbarrare la strada ad Aguero e compagni era stato il Monaco, sempre agli ottavi: un vero e proprio smacco per Pep, che nella massima competizione per club (vinta due volte ai tempi del Barça) era sempre arrivato come minimo in semifinale. In Premier League, infine, gli undici punti di distanza dai Blues capolista (con sei gare ancora da giocare) fanno sì che a fine aprile per i Citizens (attuale quarta forza del torneo, ma il Liverpool terzo ha due partite in più) si possa parlare di qualificazione in Champions come obiettivo massimo. Alla luce di questa disamina, si può effettivamente bollare come flop assoluto il primo anno del 46enne tecnico di Santpedor alla corte di Sua Maestà. E dello sceicco Mansour, che dal 2008 a oggi ha speso circa 1 miliardo e 300 milioni di euro di soli cartellini, venendo ripagato da 2 Premier League, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Community Shield e 2 Coppe di Lega, obiettivamente una miseria a fronte di cotanti investimenti. Gli ultimi 200 milioni sono stati bruciati l’estate scorsa: 55 per Stones, 50 per Sané, 32 per Gabriel Jesus, 27 per Gundogan (questi ultimi due infortunatisi nella fase clou della stagione), 18 per Bravo e 18 per Nolito. A questo punto da un allenatore di tale livello, la cui grandezza non è in discussione, ci si aspetta qualcosa. Una o più mosse nel segno di una imprevedibilità da ritrovare. È adesso che viene il bello (e difficile): Pep dovrà reinventarsi - senza snaturarsi - per mandare in archivio questa "macchia" nel suo curriculum da top e dimostrare di poter fare la differenza anche laddove, ossia in Premier, la concorrenza è agguerritissima e non ristretta al massimo ad una squadra, due negli anni di grazia. Laddove, quindi, di colleghi bravi - tecnicamente e tatticamente - da affrontare ve ne sono in quantità. E Guardiola ha tutte le carte in regola per farlo, anche per zittire i suoi detrattori.   Nel dettaglio tutti i successi centrati dal Guardiola allenatore, stagione per stagione BARCELLONA 2008/2009: Champions League, Liga, Coppa del Re 2009/2010: Mondiale per Club, Supercoppa europea, Liga,  Supercoppa di Spagna 2010/2011: Champions League, Liga, Supercoppa di Spagna 2011/2012: Mondiale per Club, Supercoppa europea, Supercoppa di Spagna   2012/13: anno sabbatico   BAYERN MONACO 2013/14: Mondiale per club, Supercoppa europea, Bundesliga, Coppa di Germania 2014/15: Bundesliga 2015/16: Bundesliga, Coppa di Germania   MANCHESTER CITY 2016/17: -   Jody Colletti   Foto: The Indipendent