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Petrachi: “A Reggio Emilia ho detto alla squadra di vergognarsi. Questi acquisti sono il futuro della Roma”

12.02.2020 | 15:54

Gianluca Petrachi, direttore sportivo della Roma, ha parlato durante la conferenza di presentazione di Ibanez, Villar e Perez: “Presentiamo questi tre ragazzi, ma prima mi premeva puntualizzare su alcuni aspetti che da qualche settimana escono fuori. Vorrei fare chiarezza, a volte si scrivono ‘cazzate’ e se non si ferma l’emorragia le fanno passare per vere. Alla mia prima presentazione ho sempre detto che quest’anno per la Roma era l’anno zero. Sono stato chiamato per risolvere dei problemi nati negli anni scorsi. Con tanta voglia e umiltà mi sono calato nella parte e abbiamo fatto una mole di lavoro importante. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione: sono usciti 20 giocatori e ne sono stati presi 14. Non abbiamo comprato nessuno a 70 milioni, una cifra che ho usato per prenderne 7. Qualcuno deve capire che serve pazienza e comprensione. Qualche cose può venire bene, altre meno. Ma non accetto calunnie e falsità, che escono in maniera vigliacca. Forse sono scomodo, perché non rispondo ai messaggi e non faccio comunella con nessuno. Oggi sono la persona che volete attaccare ma cercherò di non essere spappolato. Cercherò di fare il bene della Roma con il massimo dell’impegno: ci riuscirò o non ci riuscirò non lo so, ma ce la sto mettendo tutta. Ho tanti articoli, posso spaziare a tutti i quotidiani. È stato scritto che sono stato bacchettato da Dzeko, ma nulla è più falso. Non mi ha mai chiesto più qualità, sa qual è il suo ruolo e se deve fare qualcosa la fa dentro lo spogliatoio. Seconda cazzata: avete scritto che sono stato convocato perché ero sotto esame dalla nuova società, ma è inesatto. Ci siamo visti per progettare e per far capire ai nuovi investitori le possibili spese. Sono consapevole che questo sia un momento difficile, in cui abbiamo smarrito un po’ di umiltà. Questa squadra se gioca con voglia e cattiveria può mettere in difficoltà chiunque, altrimenti fa fatica. Il gioco di Fonseca si sposta moltissimo sulla pressione e il recupero palla: serve uno sforzo di tutti. Lo abbiamo visto con la Lazio, che ha fatto la peggior partita della stagione per merito nostro. Dobbiamo credere molto di più in quello che facciamo e cercherò di far capire a tutti i giocatori quanto sia importante metterci la sana determinazione. A Perez ho detto subito che il suo atteggiamento non mi era piaciuto contro il Sassuolo. Serve uscire con la maglietta sudata, non basta essere forti tecnicamente. Ho voluto fargli capire subito cosa fosse la Roma. Credo in questi tre ragazzi, che possono essere il futuro della Roma. La sento mia questa squadra, nonostante voi vogliate già la mia testa. A me danno fastidio le cazzate, le calunnie e quando si dicono cose inesatte. Ibanez? Sabatini ha detto un’inesattezza. Non è corretto nei confronti del giocatore dire che è venuto a Roma per soldi. Prende lo stesso ingaggio che avrebbe preso a Bologna. Ibanez ha scelto la Roma perché è stato convinto dal progetto e da Fonseca. A Reggio Emilia? Dopo un 3-0 dopo 45 minuti mi è venuto spontaneo entrare dentro gli spogliatoi, dicendo che c’era da vergognarsi. Non vedevo la squadra che cinque giorni prima aveva messo sotto la Lazio. Dopo, con molta tranquillità, è entrato il mister per parlare del discorso tecnico-tattico. Io dopo aver detto quello che pensavo mi sono messo da parte, ascoltando la ramanzina di Fonseca alla squadra. Io sono spesso negli spogliatoi, trovo legittimo far sentire la mia voce dopo un 3-0 in 45′. Ho detto alla squadra di vergognarsi. Ho tutto il diritto di dire quello che penso, sono il responsabile dell’area tecnica: lo farò sempre. Ma l’importante è che nella nostra struttura c’è tanta coesione. A gennaio mercato difficile, non è facile sostituire giocatori come Zaniolo e Diawara. Siamo stati fortunati, abbiamo perso due pilasti. La mia idea è stata quella di prendere due giovani forti, come Villar e Perez, invece di fare operazione che non avrei potuto fare. Con 100 milioni l’avrei fatto, ma c’è un closing in corso e ci sono delle criticità legate all’eventuale passaggio di proprietà che ancora non è avvenuto. L’ho spiegato bene ai miei giocatori, che potrebbe succedere qualcosa come potrebbe non succedere. Ho detto loro di continuare a fare calcio, di non pensare che sarebbe venuto Paperon de Paperoni. La squadra deve stare in pace. Ora siamo a 3 punti dall’Atalanta e per noi sabato dovrà essere una finale. Sono convinto che ne usciremo anche più forti da questo momento”.

Foto: Roma Twitter