Il tempo passa, per tutti. Era il 6 febbraio 2013 quando andiamo ad accogliere Diego Laxalt a Fiumicino: timido, spaesato, con tanta voglia di serie A. E di Inter. Ci accolse con un significativo "piacere, sono Diego" con molta educazione e gli occhi che brillavano. Ne è trascorso di tempo, cinque anni e mezzo: Laxalt era arrivato in Italia da promesso sposo dell'Inter, poi il Genoa, uomo mercato, tante opportunità e qualche trattativa svanita. Quindi il Milan, all'improvviso, in un pomeriggio di agosto - il 14 agosto - per una trattativa sorprendente e velocissima. Vi riproponiamo l'intervista del 2013, carica di emozione. "Piacere, sono Diego", era dell'Inter. Presto parlerà da nuovo rinforzo rossonero. “Perché l’Inter? Perché mi ha cercato con discrezione e con convinzione. E perché era evidentemente destino. Alla playstation la mia squadra era l’Inter, quindi mi sembra tutto chiaro… E poi in Uruguay in tanti sono cresciuti con il mito di Alvaro Recoba e Ruben Sosa, quindi i conti tornano. Al Sub 20 ho fatto bene, sapevo di essere seguito. Ma quando mi hanno detto che l’Inter stava uscendo allo scoperto ho scoperto la felicità. Giusto arrivare in Italia con cinque mesi di anticipo: potrò ambientarmi nel migliore dei modi. E nel frattempo farò un tifo sfrenato perché l’Inter arrivi in Champions League, voglio giocarla l’anno prossimo. Devo molto o tutto al professor Santos, l’allenatore che mi ha insegnato di più. Ma sono riconoscente anche a Verzeri che nel Sub 20 mi è stato vicino. Non avrò nostalgia dell’Uruguay dove ho lasciato Antonella, la mia ragazza. E anche mia sorella si chiama Antonella, è più piccola di me. Non vedo l’ora di conoscere Zanetti, un mito. Sono pronto a tutto pur di conquistare l’Inter…”.