Piatek delude e finisce in discussione, ma Giampaolo gli affida la sua permanenza in panchina
Smentire l'esistenza della maledizione del nove rossonero, per quanto logico, nel recente passato sta diventando piuttosto complicato. Al suo arrivo nel capoluogo lombardo,
Krysztof Piatek aveva usato la massima cautela possibile, lasciando libero il numero solitamente riservato al centravanti titolare e accontentandosi del 19. Dopo gli otto gol segnati nello scorso girone di ritorno, però, ci è cascato anche il polacco. Nelle sei gare di Serie A disputate con il 9 del
Milan sulle spalle, l'ex genoano ha trovato due reti. Una media non terribile, si potrebbe pensare, se solo non si considerasse che entrambe siano arrivate da calcio di rigore. Se Giampaolo non avesse deciso che i penalty debba tirarli sempre l'attaccante e Kessié avesse continuato a essere lo specialista, quindi, Piatek sarebbe ancora inchiodato ai blocchi di partenza. E dato che oltre al gol è spesso mancata anche la prestazione, il polacco è finito di recente sulla graticola. Si è pensato potesse essere estromesso dall'undici titolare che sfiderà proprio il Genoa domani sera, in favore di Rebic e con Leao - il più in forma in questo momento - da punta. Ma dopo avergli donato il titolo di rigorista, a porgergli nuovamente una mano è stato lo stesso
Marco Giampaolo. Non per bontà d'animo, perché l'allenatore abruzzese è ancor più in discussione del suo centravanti, ma perché confida che il suo fiuto del gol possa infine riemergere e aiutarlo a proseguire la propria avventura in rossonero. "
Il Milan non può rinunciare all'attaccante più prolifico della scorsa stagione - ha detto in conferenza -
. Se non segna Piatek, chi lo fa? Non si può pensare di rinunciare al nostro capocannoniere, deve star li a soffrire e prendersi le proprie responsabilità". Ora sulle spalle del polacco gravano non uno, ma due destini. Scopriremo solo domani quanto peso siano in grado di sostenere. Foto: twitter ufficiale Milan