Pioli: “Mi sento un insegnante, ma l’importante è vincere. Io interista? Sono un professionista”
Si tiene alle 13 la conferenza stampa di presentazione di
Stefano Pioli come nuovo allenatore del
Milan. Accompagnato dai dirigenti Gazidis, Maldini e Boban, il tecnico ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "
Arrivo con entusiasmo, sono stato chiamato da uno dei club più prestigiosi al mondo. Sono convinto di poter fare un ottimo lavoro insieme a loro e alla società, che ha dimostrato di credere in me. Ho rispetto per i tifosi e loro hanno diritto di critica, ma per me è solo uno stimolo ulteriore. Ci sarà da lavorare sia sulla testa dei giocatori che sulla disposizione in campo, quelli che ci separano dalla prossima giornata di Serie A saranno dieci giorni importanti e cercherò di sfruttare qualsiasi istante. Giampaolo è un bravo allenatore, ma ha idee diverse dalle mie. Partiamo da un buon livello, so di un gruppo professionale, ragazzi di valore non solo dal livello tecnico ma anche morale. Vorrei far giocare alla squadra un calcio che loro sentono positivo, che loro interpretano in modo positivo. Devo solo dare a loro tutto il coraggio possibile. Tre principi? Idee, intensità e spregiudicatezza. Io interista? Parliamo del nulla. Il passato è passato, prima ero un ragazzino paffuto con tanti capelli, adesso sono maturo e pelato. E sono un professionista, con la voglia di fare bene. I giudizi saranno sul campo, non per quello che ero da bambino. Lotteremo per il Milan. Abbiamo un passato glorioso e dobbiamo avere un presente all'altezza delle nostre possibilità. Le difficoltà vanno superate, lavorando con intensità e qualità. Così si diventa una squadra vera e coesa il prima possibile. Mi sento un insegnante, il mio obiettivo è migliorare i giocatori che sono a disposizione. Abbiamo tanti giocatori bravi e bisogna saperli sfruttare per riconquistare i tifosi. Subentro a 31 partite dalla fine, c'è spazio per lavorare bene. Dobbiamo sfruttare tutto il tempo che abbiamo a disposizione, deve essere il nostro alleato. Dobbiamo lottare per andare in Champions. Si può fare un calcio intraprendente, so che tipo di interpretazione alla gara voglio dare io e mi piace pensare che dia entusiasmo ai giocatori. Se un giocatore si sente bene in campo è pronto a dare tutto. Piatek è un giocatore efficace in area di rigore, spesso l'attaccante è condizionato dal lavoro della squadra. Meglio avere più giocatori in area di rigore avversaria. Ma altri giocatori devono essere pericolosi in fase offensiva. Paquetà credo sia una mezzala completa, mi piace spostare i giocatori i campo e lui ha anche i gol nelle corde. Leao ha un potenziale importante, di altissimo livello. Va sfruttato. In questo momento però non sono in grado di dire se sarà un punto fermo. Suso è un giocatore di qualità indiscutibile, bisogna fargli giocare tanti uno contro uno. Può fare molto bene. Credo che il calcio moderno sia abbinare la qualità e l’intensità. Penso per assurdo che per giocare bene in fase offensiva devi fare bene quella difensiva. Noi dobbiamo lavorare in questo senso. Modulo? I numeri interessano più a voi che a me, a me interessano i principi. Abbiamo determinate caratteristiche da sfruttare, l'importante è avere un'identità. Dobbiamo avere la consapevolezza che siamo il Milan, non servono timore e ansia ma determinazione. Lo slogan? Vincere. Testa alta, testa bassa... bisogna vincere. Io voglio che i miei giocatori diano il massimo perché abbiamo le potenzialità di fare un buon lavoro, ma solo con sacrificio e disponibilità totale si ottengono certi risultati. Forse in passato ho mollato la presa, ora questo errore non lo rifarò". Foto: sito ufficiale Milan