PIQUE’, EL HOMBRE BLAUGRANA
05.11.2022 | 15:15
Stasera, come annunciato in settimana, dirà l’addio al calcio una colonna del Barcellona. Gerard Piqué appende gli scarpini al chiodo. Lo fa a 35 anni, una vita in blaugrana, dove ha vinto tutto sia con il suo club del cuore che con la maglia della sua Nazionale, quella spagnola. Uno degli ultimi figli del Barça del Tiki Taka ancora in campo, uno degli interpreti massimi del “Guardiolismo” e dell’essere Catalani, conoscendo anche l’importanza politica che rappresenta in Spagna questo fattore. Ma oggi interessa celebrare il calciatore, una figura carismatica che saluta dopo aver vinto 33 titoli con i club e 2 con la Nazionale spagnola.
Gerard Piqué Barnabeu nasce a Barcellona il 2 febbraio 1987. Il secondo cognome, quello materno, porta con sé la storia degli eterni rivali del Real Madrid, un dualismo che caratterizzerà la carriera dello spagnolo.
Entra nel settore giovanile del Barcellona all’età di 10 anni, nel 1997, nella categoria Alevín B; negli anni seguenti percorre quindi tutta la trafila (Alevín B e A, Infantil B e A, Cadete B e A, Juvenil B e A) in differenti ruoli difensivi e sviluppando al contempo buone capacità realizzative. La sua avventura in Catalogna si interrompe quando a suon di milioni, firma un contratto professionistico, il primo per lui, con il Manchester Utd, fortemente voluto da Sir Alex Ferguson; si trasferisce così ai Red Devils, dove esordisce tra i professionisto nell’ottobre dello stesso anno contro il Crewe Alexandra, in un incontro valido per la Football League Cup inglese.
Dopo un altro anno a Manchester, nella stagione 2006-2007 viene prestato al Real Saragozza; qui viene regolarmente schierato come difensore centrale o come mediano davanti alla difesa, potendo così totalizzare 22 presenze di campionato, 18 delle quali da titolare, e due reti. Grazie a questi buoni rendimenti viene richiamato al Manchester Utd al termine della stagione.
Nell’annata 2007-2008 si mette in mostra soprattutto in ambito internazionale, in UEFA Champions League, segnando due reti nella fase a gironi, contro Dinamo Kiev e Roma. La stagione si conclude con la vittoria della Premier League e proprio della Champions League. A causa dello scarso utilizzo in campionato, però, il giovane difensore diventa elemento ricercato in chiave mercato da varie squadre. Il 22 maggio 2008 trova l’accordo con il suo vecchio club, il Barcellona che paga il suo cartellino 4 milioni.
Inizia l’era del Guardiolismo, la stagione 2008-09 è leggendaria per i blaugrana. Piqué disputa ben 45 gare totali realizzando tre reti, una in ciascuna competizione (memorabile quella del definitivo 6-2 inflitto al Real Madrid al Bernabeu con l’applauso di tutto lo stadio ai blaugrana). Il Barcellona conquista il primo triplete della sua storia, vincendo campionato, coppa del Re e la Champions League del 2009, nella finale dell’Olimpico di Roma, vinta proprio contro il Manchester United, club che lo aveva lanciato e con cui aveva vinto la coppa dalla grandi orecchie l’anno prima. l Barcellona, oltre al triplete, fa sue anche Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Coppa del mondo per club, realizzando lo storico sextuple rendendo il 2009 un anno magico.
Il Guardiolismo viene interrotto in Europa solo nel 2010, in semifinale, dall’Inter di Mourinho, che riuscì ad eliminare i catalani e prendersi poi la Coppa e il triplete al Barnabeu. Ma il Barcellona si riscatterà immediatamente nel 2011, dopo vince Liga e Champions, in finale a Wembley, ancora contro il Manchester United. Pique vince la sua terza Champions in carriera. Nel 2012, il Barça riparte favorito per tutto. Conclude l’annata vincendo 4 trofei e perdendone 2; i trofei vinti sono la Supercoppa UEFA contro il Porto per 2-0; la Copa del Rey, battuto in finale l’Athletic Bilbao, Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid nel doppio confronto finito 2-2 al Bernabeu e 3-2 al Camp Nou; il Mondiale per Club nella finale vinta 4-0 contro il Santos, mentre i trofei persi sono la Liga a favore del Real Madrid e la Champions League a favore del Chelsea, che elimina il Barcellona in semifinale. Guardiola saluta a fine stagione e comincia una nuova era per i blaugrana.
A proseguire la filosofia del Tki Taka, nel 2012-13 in panchina c’è lo storico vice di Guardiola, Tito Villanova, che vince la Liga, ma in Champions uscirà di scena in semifinale contro un Baywrn Monaco super che vincerà il Triplete quell’anno. A fine stagione, Villanova lascia, per curare un tumore alle ghiandole salivari. Morirà il 25 aprile 2014. Il Barcellona intanto per la stagione 2013-14, aveva scelto Gerardo El Tata Martino per la panchina. Sarà una stagione fallimentare per i blaugrana, che perderanno tutto, 2° posto in Liga, eliminati dall’Atletico ai quarti di Champions e sconfitti in finale della Copa del Rey. Pique chiude con 39 presenze e 4 gol.
Nel 2014-15, arriva l’ultima affermazione europea dei catalani. In panchina viene chiamato un altro figlio blaugrana, Luis Enrique, reduce dall’esperienza alla Roma. Luis Enrique assetta la squadra con un tridente favoloso, Messi, Neymar e Syarez, sorretti dai mostri sacri Xavi e Iniesta. E’ una stagione storica, il Barcellonja si prende tutto, campionato, Liga e Champions, vinta in finale a Berlino contro la Juventus.
E’ l’ultima impresa del Barcellona in Europa, inizia l’era di Zidane al Real, il Barcellona con gli addii di Xavi e Iniesta si ridimensiona. Pique, tra infortuni e altro, inizia a giocare sempre meno. Nel 2018, con l’arrivo di Valverde, arriva l’ultima Liga vinta, poi solo coppe Nazionali.
E’ in atto il cambio generazionale, Pique giocherà sempre di meno, fino alle 18 presenze complessive della scorsa stagione. Sempre più infortuni colpiscono il centrale di Xavi che quindi, questa sera, in maniera inattesa (magari ci si attendeva la pausa dei Mondiali o fine stagione), dice basta.
Chiuederà con i successi di una Coppa di Lega inglese, un Community Shield, un campionato inglese, otto campionati spagnoli, sette Coppe del Re, sei Supercoppe spagnole, quattro UEFA Champions League, tre Supercoppe UEFA e tre Coppe del mondo per club FIFA.
Con la nazionale spagnola ha partecipato a tre campionati del mondo (2010, 2014 e 2018), laureandosi campione nel 2010, e ha vinto un campionato d’Europa nel 2012 in finale contro l’Italia. Considerato uno dei migliori difensori dello scorso decennio, chiuderà la sua carrirera straordinaria con 666 presenze nei club (oltre a quella di stasera eventualmente) e 52 gol, oltre le 102 presenze e 5 reti in Nazionale.
Foto: twitter personale