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Pisa, barzelletta all’italiana che fa solo piangere

22.09.2016 | 00:00

Benvenuti in Italia, molto spesso Bronx del calcio. Storia di una barzelletta, quella del Pisa, che fa ridere zero e piangere troppo. Siamo all’interno di una situazione che ha oltrepassato da settimane il ridicolo. Riepilogando: la proprietà è rappresentata dal signor Petroni da settimane agli arresti domiciliari. Non entriamo nel merito, basta e avanza questo. In Inghilterra per molto meno hanno fermato in passato Cellino, con le regole non si scherza. E qui regole non ce ne sono. Meglio: quelle esistenti fanno ridere, andrebbero da anni scritte ripartendo da zero. Ora ci sta di tutto e di più: Petroni non vuole vendere, il figlio 19enne sarebbe il rappresentante, le istituzioni dormono, di Abodi abbiamo avuto traccia soltanto quando c’era da rinviare Ternana-Pisa, la decisione più comoda, molto pilatesca. E tutto il resto? Condanniamo la violenza, condanniamo tutto quello che va oltre, da sempre. Ma chiediamo: per quanto tempo hanno deciso di rinviare una situazione che definirla grottesca è assolutamente una deminutio? Servirebbe un urgentissimo tavolo di lavoro, siamo fuori tempo massimo, l’intervento delle istituzioni. Prima che questa barzelletta, già fa piangere, non diventi qualcosa di molto più grave. Ammesso che non lo sia già. Chi si sveglia per primo, quando puntiamo la sveglia, perché ancora dormono tutti?