Platini si congeda: “Uefa, avanti senza di me. Ma ho la coscienza a posto”
Autorizzato ad intervenire malgrado la squalifica, l’ormai ex presidente
Michel Platini si è accomiatato dalla
Uefa, nel giorno delle presidenziali di Atene, con questo discorso:
“Mi presento qui, davanti a voi oggi, con una grande emozione per il mio ultimo discorso al congresso Uefa in seguito al terzo mandato da presidente che mi avevate assegnato il 24 marzo del 2015 a Vienna. In questi nove anni abbiamo lavorato bene, potete starne certi. Ho la coscienza a posto, sono certo di non aver commesso nemmeno il più piccolo errore, ragion per cui continuerò la mia battaglia giudiziaria. Voglio ringraziare tutti coloro che, in questa sala, hanno avuto nonostante tutto il coraggio e la lealtà di sostenermi nel corso di questi ultimi mesi. Ma al contempo non ho alcun risentimento verso chi non mi ha sostenuto. Non è grave, la cosa più importante è il calcio. Io amo il calcio. Dalla mia infanzia a oggi ho avuto un piacere dalla vita: giocare a pallone. E, una volta conclusa la mia carriera di calciatore, non ho voluto interrompere questa mia maniera di servire il calcio. Il calcio è il più bello, il più semplice, il più popolare dei giochi. Noi abbiamo intrapreso, insieme, l’impegno di svilupparlo e di preservarlo da ogni eccesso, da ogni deriva che il suo successo planetario può generare. Voi dovrete, a partire da oggi, continuare questa bella impresa senza di me, e vi auguro un grande successo nel proseguimento di questa missione. Il treno è avviato su buoni binari. Ma il viaggio è ancora lungo e c’è molto da fare ancora perché il calcio resti un gioco, nonostante le gravi derive che lo minacciano. Perché non può esistere un calcio delle grandi nazioni o un calcio dei piccoli paesi, un calcio dei grandi club mondiali o quello dei raduni della domenica tra ragazzi, ma uno solo. Un solo calcio, che non appartiene né alla Fifa, né all’Uefa. Appartiene a ciascuno fra noi, appartiene a tutti". Foto: bilan.ch