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Poca qualità e scelte di formazione sbagliate: caro Allegri, col Siviglia si poteva fare di più

15.09.2016 | 10:33

Juventus-Siviglia è finita 0-0. I bianconeri sono stati stoppati dalla traversa colpita di Higuain, dalle mani del portiere Rico sul colpo di testa di Alex Sandro, dalla poca precisione di Sami Khedira sottorete e dall’arbitro che non ha fischiato un sacrosanto rigore al minuto 89. Le chiacchere stanno a zero, come sottolineato da Allegri ieri in conferenza stampa: la squadra deve crescere e lavorare ancora per poter competere con le altre big europee. Oggi, tuttavia, a mente fredda, si può fare qualche analisi più approfondita. Era la prima stagionale di Champions e un mezzo falso ci poteva stare. Quel che resta dalla sfida di ieri, però, è l’amarezza derivante da due semplici riflessioni: la squadra ha giocato con poca qualità e Allegri ha commesso degli errori.

POCA QUALITA’ – Partiamo da un presupposto fondamentale: la Juventus ha dominato la partita. Il Siviglia, a sorpresa, ha disputato una gara molto difensivista. La squadra andalusa si era costruita la fama di essere molto offensiva e spregiudicata, ma la formazione messa in campo da Sampaoli ha giocato solo per difendere il pareggio. La scelta di schierare Franco Vazquez come unica punta è stata piuttosto eloquente. I bianconeri avrebbero potuto approfittare della situazione per portare a casa la vittoria. Come? Giocando con maggior qualità. La manovra, invece, è stata poco fluida e le giocate di grande qualità ammirate nelle prime 3 sfide di campionato sono state veramente poche. Il Siviglia non è il Sassuolo, ha vinto le ultime 3 Europa League e sa come affrontare certe sfide. In più Sampaoli ha deciso di giocare una gara di difesa e rimessa, mettendo pressione ai portatori di palla bianconeri per impedire, appunto, la fluidità del gioco bianconero. Ma la Vecchia Signora, obiettivamente, non ha disputato una grande partita. Solo quando la squadra ha messo in mostra le sue enormi qualità tecniche giocando in velocità, ecco che le occasioni sono arrivate. Basta rivedere le azioni che hanno messo per ben 2 volte Khedira di fronte al portiere avversario, quella che ha permesso a Higuain di sfiorare il gol di testa e quella che per poco non ha visto Dybala infilare Rico da pochi passi. Pressing alto, recupero veloce del pallone e passaggio/cross alla ricerca del giocatore smarcato. Il problema è che solo in queste 4 occasioni la Juventus ha costruito delle vere palle gol. Troppo poco per una squadra che punta a competere per la vittoria finale della Coppa dalla grandi orecchie.

SCELTE SBAGLIATE – E qui entrano in gioco le scelte di Allegri. Schierare un centrocampo muscolare formato da Asamoah, Lemina e Khedira non è stata una mossa vincente. Il contributo che avrebbe potuto dare un giocatore come Pjanic dal 1′ minuto sarebbe stato di gran lunga maggiore. La partita è cambiata con il suo ingresso in campo unito a quello di Alex Sandro. Appunto, Alex Sandro. Tenerlo in panchina e preferirgli Evra non sta né in cielo né in terra. L’esterno brasiliano ha qualità offensive fuori dal comune e anche in difesa è migliorato molto. Il terzino francese, invece, non più è in grado di saltare l’uomo e di offrire quella spinta costante tale da poter mettere apprensione alla difesa avversaria. Cose di cui Alex Sandro è assoluto esperto. La “storia” della maggior esperienza internazionale di Evra non basta più. Il titolare fisso deve essere Alex Sandro e il “senatore” francese si deve accontentare di farlo rifiatare in campionato quando ci sarà bisogno, non a Settembre. Il bosniaco e il brasiliano, schierati entrambi sulla corsia di sinistra a partire dal minuto 68, hanno dimostrato di avere già un’ottima intesa e hanno creato diversi pericoli agli andalusi, sfruttando la loro immensa qualità. Anche la sostituzione di Dybala con Pjaca ha suscitato più di una perplessità. A 5 minuti dalla fine Allegri doveva rischiare il tutto per tutto e togliere un centrocampista o un difensore per mettere in campo il giovane talento croato. Forse il gol non sarebbe arrivato lo stesso, ma la Champions League insegna che bisogna osare per vincere. E un tridente formato da Dybala-Pjaca larghi e Higuain centravanti, anche se per pochi minuti, avrebbe potuto creare qualche pericolo in più. Il 3-5-2, tra l’altro, non sembra il modulo più adatto per queste sfide internazionali. E’ vero che Allegri ha avuto poco tempo a disposizione per lavorare con tutta la squadra e proporre nuove idee di gioco, ma gli uomini per schierare un 4-3-1-2 come nella prima stagione ce li ha e questa soluzione si poteva provare. Non a caso, 2 stagioni fa, la Juventus arrivò a giocarsi la Coppa col Barcellona proprio con questo modulo.

Lungi da noi criticare mister Allegri come allenatore. Il lavoro fatto dal tecnico toscano in questi 2 anni è stato a dir poco straordinario e i trofei messi in bacheca sono lì a dimostrarlo. Anche in Champions League la Juventus ha fatto passi da gigante, sfiorando il successo 2 anni fa a Berlino e giocandosela alla pari la stagione scorsa con il Bayern Monaco all’Allianz Arena senza diversi titolari. Ieri sera, però, la squadra schierata dal mister toscano non ha giocato bene, sia per i motivi sopra detti che per il valore dell’avversario, e il risultato si è visto. I campioni d’Italia dovevano vincere e non disputare solo una “buona prestazione”, come sottolineato dal mister nel postpartita. L’amarezza c’è perchè per lunghi tratti si è vista una Juventus che ha sì dominato il Siviglia, ma senza dare quell’impressione di spigliatezza e superiorità che i campioni d’Italia dovrebbero avere in questa competizione, considerata l’esperienza accumulata negli ultimi anni.

Il tempo e le partite per rimediare ci sono. Tra 2 settimane la Vecchia Signora volerà a Zagabria per sfidare la Dinamo. La speranza è che per quella data si potrà vedere una Juventus di qualità, propositiva, offensiva, in grado di giocare bene e vincere su un campo difficile. Il cammino verso la finale di Cardiff è appena iniziato