"Arrivo in una società con grande storia e tradizione, mi è stata concessa una grande chance, sono onorato. In questo team il talento abbonda, personalmente non vedo l'ora di iniziare. Il Tottenham può vantare un enorme seguito in tutto il mondo, ho sempre avuto una grande ammirazione per la passione dei tifosi nei confronti della squadra. Spero di regalare ai supporters il calcio offensivo auspicato e i successi che tutti cercheremo di raggiungere". Queste le dichiarazioni rilasciate a caldo da Mauricio Pochettino dopo l’ufficializzazione della sua nomina a nuovo allenatore del Tottenham, che nel pomeriggio di ieri gli ha fatto siglare addirittura un quinquennale valido fino al 30 giugno del 2019. Un progetto a lungo termine per Mauricio, nuovo inquilino di White Hart Lane che nel nord di Londra sarà affiancato dai fidati Jesús Pérez, Miguel D'Agostino e Toni Jiménez con i quale aveva già lavorato sia ai Saints che all’Espanyol.
Un salto di qualità che era già nell’aria, vi avevamo parlato in esclusiva della pista Spurs così come in precedenza dei sondaggi effettuati dal Monaco, nell’ambito del giro d’orizzonte operato dal club del Principato prima ancora di annunciare il divorzio da Claudio Ranieri.
Ma soprattutto un’opportunità che il 42enne tecnico argentino si è meritato sul campo, grazie all’ultimo anno e mezzo alla guida del Southampton, che lo aveva chiamato al proprio capezzale il 18 gennaio del 2013 dopo l’esonero di Nigel Adkins.
Pochettino, novello Re Mida: affidato alle sue cure il sodalizio britannico, centrata la salvezza lo scorso anno, ha chiuso l’ultima Premier League in ottava posizione (miglior piazzamento degli ultimi 20 anni), stupendo tutti gli addetti ai lavori per una qualità di gioco decisamente superiore ad ogni aspettativa.
Con il suo spettacolare 4-2-3-1, tutto velocità palla a terra, il coach sudamericano è riuscito a lanciare o valorizzare elementi del calibro di Calum Chambers, Luke Shaw, Adam Lallana e Jay Rodriguez, gli ultimi tre convocati dal Ct dell’Inghilterra Roy Hodgson per la spedizione brasiliana, a differenza del primo. Shaw autentico fenomeno 18enne, appena nominato miglior terzino sinistro del campionato e il cui cartellino vale già intorno ai 30 milioni di euro.
Snocciolando adesso qualche dato sul nostro personaggio del giorno, Mauricio nasce a Murphy, alle porte di Santa Fe, il 2 marzo del 1972. Formatosi in patria nel Newell’s Old Boys, a 16 anni debutta con la maglia dei Rojinegros nella massima serie, mentre nel 1994 arriva il momento di volare in Europa per rispondere alla chiamata dell’Espanyol, il club della vita per il quale lotterà - al centro della difesa - dapprima nel settennato chiusosi nel 2001 e poi a fine carriera, dal 2004 al 2006, collocando in bacheca 2 Coppe del Re e 4 Coppe di Catalogna. Esperienze intervallate dal triennio trascorso in Ligue 1, due stagioni al Paris Saint-Germain e una al Bordeaux.
Nel 2008, sempre nell’amata Barcellona, inizia a vestire i panni di mister, fungendo da allenatore in seconda dell’Espanyol femminile. Da subito Pochettino fa risaltare le sue doti da condottiero e così, all’inizio del 2009, l'esonero di José Manuel Esnal gli spalanca le porte della prima squadra.
Tre tranquille salvezze centrate fino all’estate del 2012, prima che la sua avventura all’ombra del Cornellà-El Prat termini l’autunno successivo: la dirigenza dei Periquitos lo solleva dall’incarico a novembre, troppo poche 2 vittorie in 13 giornate di Liga per salvare il posto. Due mesi dopo l’ex patron italiano del Southampton Nicola Cortese gli affida le redini, il resto ve l’abbiamo già sintetizzato.
Levy e Baldini sperano di ripartire alla grande dopo la travagliata annata che ha visto Sherwood subentrare al defenestrato Villas-Boas: stavolta la scelta potrebbe rivelarsi davvero azzeccata, per un Tottenham che sogna di competere per le primissime posizioni del campionato più bello del mondo.