PODOLSKI PROVA A RIPRENDERSI L’ARSENAL

Due gol d’autore per riprendersi l’Arsenal e, possibilmente, per mettersi alle spalle un periodo zeppo di incomprensioni e malumori, sfoghi e successive correzioni di tiro. Da mesi il nome di Lukas Podolski tiene banco sulle cronache di mercato di tutta Europa, accostato alle compagini più svariate: dal Colonia allo Schalke, dal Galatasaray al Tottenham passando per Inter e Juve. Rumors spesso in libertà, specie per quanto riguarda le italiane, ma in generale alimentati da più di un fondo di verità.



Lo scorso 4 ottobre l’attaccante polacco, naturalizzato tedesco, si era espresso in termini piuttosto netti: “Sono un giocatore che ama sentirsi importante e competere per obiettivi ambiziosi, non giocare mi rattrista troppo, sarà meglio cambiare aria", parole sulle quali Wenger aveva glissato da vecchio volpone qual è. Un paio di settimane dopo, però, Poldi, grande amante dei social (ricorderete i selfie mondiali con la cancelliera Angela Merkel), ha smentito così tramite Twitter le indiscrezioni che lo avevano segnalato in orbita Tottenham, acerrimo rivale del sodalizio dell’Emirates Stadium: "E' più facile che l'inferno si ghiacci piuttosto che io giochi nel Tottenham. Gunner per sempre, mai tradire il proprio club”. Probabilmente un modo per non complicare ulteriormente la sua esperienza sulla riva biancorossa del Tamigi, un’uscita comunque graditissima all’ambiente.

Lukas nasce a Gliwice, in Polonia, il 4 giugno del 1985, ma due anni più tardi la famiglia decide di trasferirsi in Germania Ovest, alla ricerca di migliori condizioni esistenziali in attesa della caduta del Muro. Il piccolo Poldi cresce in Renania e si accosta al mondo del calcio sgambettando per il FC 07 Bergheim. All’età di 10 anni entra nel vivaio di quello che si rivelerà poi il club della sua vita, il Colonia, con cui completa la trafila delle giovanili fino all’esordio in prima squadra datato 2003. La diciottenne punta chiude la sua prima stagione da professionista con 10 gol in 19 partite di Bundesliga. Avvio scoppiettante, da predestinato, prestazioni che gli valgono nel giugno del 2004 anche il debutto in Nazionale contro l’Ungheria. Da quel momento la sua carriera è corsa via tra alti (parecchi) e bassi. Sei le annate trascorse indossando la maglia del Colonia, avventura divisa in due atti e intramezzata dal triennio al Bayern Monaco. Complessivamente sono 112 i gol siglati all’interno dei confini teutonici da Podolski, utili a collocare in bacheca 1 Meisterschale, 1 Coppa di Germania e 1 Coppa di Lega (relativi al periodo bavarese). Trionfi ai quali vanno affiancati FA Cup e Community Shield conquistati nel corrente anno solare con l’Arsenal, che nel 2012 ha versato 11 milioni di euro per assicurarsi il suo cartellino.



Tornando all’exploit di ieri, nella doppietta realizzata alla Türk Telekom Arena, già Ali Sami Yen, contro il Galatasaray post prandelliano, si può intravedere un perfetto condensato di rabbia, esplosività e qualità tecniche indiscutibili. Al 3’ del primo tempo, ben imbeccato da un ispiratissimo Ramsey, Lukas ha aperto le marcature con un sinistro al fulmicotone sotto la traversa: nulla ha potuto Bolat, beffato sul suo palo da un missile terra-aria. Diametralmente opposta la fattura della rete del definitivo 4-1, giunta in pieno recupero al termine di una progressione da slalomista: dopo un dai e vai con Joel Campbell, Podolski ha difeso palla, si è insinuato in area e ha superato l’estremo difensore giallorosso con un dolce colpo di biliardo.

Il buon Arsene non è un tipo che facilmente rivede le proprie valutazioni e sul giocatore in questione, che forse tatticamente ha allontanato un po’ troppo dalla porta, ha sempre avuto le idee chiarissime: prima dei 90 di ieri sera gli aveva riservato appena 219 minuti in stagione, figli di 10 spezzoni. Eppure alla prima da titolare Poldi non ha tradito le attese. Al contrario, ha iniziato a lavorare concretamente per sovvertire le gerarchie offensive, raggiungendo quota tre nella classifica cannonieri di Champions e dando un seguito alla zampata da 3 punti che aveva castigato l’Anderlecht in Belgio il 22 ottobre



È vero che la partita aveva ben poco da dire, dal momento che i Gunners avevano già archiviato la pratica qualificazione, ma una performance del genere non può che portare acqua al mulino della bandiera della Germania, della quale in 121 occasioni ha difeso i colori.

Tre Mondiali, altrettanti Europei disputati e 48 reti all’attivo, con il suggello rappresentato dalla Coppa del Mondo levata al cielo in Brasile, seppur da comprimario. Numeri spaventosi in Nazionale, dato che stiamo pur sempre parlando di un ventinovenne.

Ad ogni modo, appropinquandosi la sessione di gennaio, la situazione del calciatore va monitorata con attenzione, anche alla luce di una scadenza contrattuale non troppo lontana, attualmente prevista per il 30 giugno del 2016. Fermo restando che, da qualche ora, nella testa di Lukas Podolski frulla l’idea di riprendersi l’Arsenal, Wenger permettendo.