Pordenone, gli errori si pagano. Vicenza, la confusione al potere
19.04.2022 | 20:30
Il Pordenone saluta la Serie B, nella speranza che sia un arrivederci. E paga un mucchio di errori, anche gravi, commessi da quel famoso giorno che portò all’esonero di Attilio Tesser, poco più di un anno fa. Il Pordenone, evidentemente poco riconoscente al Comandante per una storica promozione in B e il bis sfiorato l’anno dopo, pensava di aver risolto i problemi. Quando avrebbe dovuto fare una statua a chi aveva consentito di entrare in un circuito prestigioso e sconosciuto. Da quel momento improvvisazione, l’amarcord Tedino è sembrato una minestra riscaldata, il crollo e una stagione orribile come questa. Il mea culpa è un atto onesto di ammissione di colpe, tuttavia non serve a cancellare una gestione parecchio improvvisata. Oggi tutti nascono direttori sportivi oppure esperti di mercato, i risultato si vedono. A Vicenza sono aggrappati alla speranza, ma la situazione è come minimo critica. A inizio stagione ci eravamo permessi di segnalare le lacune e le contraddizioni della gestione Rosso, una famiglia che va comunque ringraziata per il non indifferente impegno economico. Ma poi, se sbagli cinque scelte su cinque, non vai da nessuna parte. Di Carlo-Brocchi-Baldini, panchine saltate come tappi di champagne il 31 dicembre, un direttore sportivo nominato all’improvviso. Nulla abbiamo nei riguardi di Balzaretti, ex commentatore sportivo e ritrovatosi in un altro mondo, ma la Serie B è una roba seria dove – se pensi di essere pronto all’improvviso – ci vuole poco a sprofondare. La sarabanda era partita a settembre quando ci eravamo permessi di segnalare che la ricerca di alibi, puntando l’indice sugli arbitri, non avrebbe portato da alcuna parte. Si erano offesi, ma il problema non è il nostro, possono continuare a fare come ritengono. Nella speranza che le ultime tre partite consentano disperatamente di acciuffare l’ultimo treno per i playout.
Foto: sito ufficiale Pordenone