Problema del gol, numeri e chiavi di lettura: viaggio nella crisi Inter
L'
Inter non sa più vincere, il successo manca da oltre due mesi (ossia dal 5-0 al
Chievo in campionato del 3 dicembre), dopodiché i nerazzurri hanno inanellato la disastrosa serie di 10 partite senza mai sorridere al fischio finale, perlomeno al 90’ dal momento che l’unica nota non negativa, se così vogliamo chiamarla, è stata rappresentata dalla qualificazione ai rigori contro il
Pordenone negli ottavi di Coppa Italia, dopo che anche i supplementari si erano chiusi sullo 0-0. Ad eliminare la
Benemata dalla competizione ci han pensato poi i cugini del
Milan, con l’1-0 griffato
Cutrone. In
Serie A, invece, nelle ultime 8 partite i nerazzurri hanno raccolto appena 6 punti, figli di altrettanti pareggi (con
Juventus, Lazio, Fiorentina, Roma, Spal e Crotone) e due sconfitte contro
Udinese e
Sassuolo. Un andamento da retrocessione che stona incredibilmente con quanto fatto dalla banda
Spalletti nei primi 3 mesi abbondanti dell’annata. Tornando ai numeri della crisi, 9 le reti subite nel periodo
de quo, appena 5 i gol segnati: ecco, questo è verosimilmente il dato più allarmante in seno all’analisi. L’
Inter non segna più: per
Icardi, assente soltanto sabato scorso contro i calabresi di Zenga, appena 2 gol in 9 partite, lui che ne aveva realizzati 16 nelle precedenti 15 sfide.
Candreva, ancora clamorosamente a secco in stagione, ha smarrito anche la via dell’assist: uno, ininfluente, contro l’Udinese, a fronte dei 7 messi a referto quando la squadra girava. E che dire di
Perisic, tramutatosi in zavorra dopo aver rappresentato un valore aggiunto: zero assist e zero reti per Ivan il croato nell’arco di tempo considerato, a corredo di prestazioni scialbe e sovente irritanti. Ciò nonostante, grazie al parallelo rallentamento della
Roma (e adesso anche della
Lazio), la compagine meneghina è ancora pienamente in lotta per la
Champions, quarta in mezzo alle due capitoline, tre squadre racchiuse in due soli punti. Come uscirne? Magari basta lavorare su condizione fisica e autostima, senza escludere una svolta tattica o qualche avvicendamento tra i titolari. Di certo
Spalletti, che anche a gennaio dal mercato (
rectius, da
Suning) si aspettava ben altro, è chiamato ad inventarsi qualcosa pur di invertire il trend. Dopotutto l’obiettivo stagionale, il ritorno nell’Europa che conta, è ancora lì, da rincorrere e agguantare. Per non archiviare un’altra stagione nerazzurra alla voce “fallimento”. Jody Colletti