Psg, ecco Buffon: “Qui con ambizione, è stata una gradita sorpresa. Su Neymar, Matuidi e la Champions…”

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È stato etichettato come il Buffon-day. L'ex portiere della Juventus ha svolto questa mattina il primo allenamento con la sua nuova squadra, in compagnia anche di Marco Verratti. Alle 14 è arrivato al Parco dei Principi e dopo un'ora circa si è presentato in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Queste sono state le sue prime parole: "La chiamata del Psg è stata una sorpresa gradita per me: da inizio maggio sicuramente stavo già programmando un altro tipo di futuro ma dentro di me ho avuto l'ambizione e la speranza che accadesse qualcosa perché sentivo di aver dentro qualcosa di importante da dare. E poi la chiamata: la vita è davvero imprevedibile. Ho inseguito il sogno di vincere la Champions ma non deve rappresentare un'ossessione, né mia né del Psg. Credo che il mio arrivo qui possa migliorarmi sia come persona sia come calciatore: questa è la prima vera priorità. Credo di poter contribuire alla vittoria del Psg per il raggiungimento di traguardi sempre più importanti. Ma quando inizia la stagione non si può pensare di racchiudere tutto nell'obiettivo di vincere la Champions, altrimenti saremmo pazzi. E qui non siamo pazzi". "Neymar? È un grandissimo campione, sicuramente ora è deluso per l'eliminazione dal Mondiale, ma tornerà qui con grandissima voglia e farà di tutto per vincere con il Psg. Matuidi? Ho parlato con lui quando ho ricevuto la chiamata del Psg e mi ha detto che sarebbe stata la scelta ideale per me".  "Nuova sfida a 40 anni? Godo di un ottimo stato di salute e mentale, e per raggiungere diversi obiettivi bisogna stare bene. Voglio dimostrare di essere ancora un grande portiere e sono sicuro che lo farò. Ho smesso di fare calcoli sull'età. Quando avevo 30 anni pensavo di arrivare al massimo a 32-33 anni. Poi è andata sempre meglio e non mi sono fatto più questa domanda, anche perché mi crea una situazione di negatività di cui non ho bisogno. Voglio giocare fin quando sono considerato ancora un portiere top. Il giorno in cui sentirò di non esserlo più, smetterò". "Sulla JuveQuando sono arrivato alla Juventus avevo una grossa responsabilità, soprattutto per la cifra che la società aveva investito su di me, e venivo da una città molto più piccola come Parma. Ora sono a Parigi con l’entusiasmo di un ragazzino. Ogni sportivo deve seguire l’energia che ha dentro, l'entusiasmo che lo trascina. Lo sport è cambiato molto negli ultimi decenni: oggi a 34-35 anni molti giocatori hanno la costanza di essere considerati ancora i migliori; 15 anni fa non era così. Io ho 40 anni e posso ancora ritagliarmi momenti importanti, di vera passione, perché il mio ruolo è meno stancante di un ruolo di campo. Sono sempre stato un giocatore che sul campo si è conquistato la titolarità: e la competitività è il bello dello sport. Negli ultimi anni alla Juve mi ero creato una zona di comfort considerevole. Ma non mi sono mai piaciute le zone di comfort perché mi affascina la sfida e voglio misurarmi come calciatore e come persona". "Il primo allenamento con il Psg? Stamattina ho incontrato i ragazzi nuovi che parlano un'altra lingua: questi momenti di disagio sono bellissimi perché possono migliorarmi. Fra 2-3 mesi entrerò in confidenza con tutti e la mia vita sarà anche più completa: conoscerò nuove culture, persone e amici. Sul Mondiale? Credo che la Francia possa vincere il mondiale anche perché conosco Deschamps. Il Brasile per me era la favorita numero uno, la Francia subito dietro" . Foto: Facebook Psg