Pulisic: “Al Milan sto bene, sento la fiducia del club. La Trump Dance? Era solo un balletto virale”

11/12/2024 | 11:55:02

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In occasione dell’uscita del primo episodio del documentario biografico sulla sua vita prodotto da CBS Sports e trasmessa su Paramount+, Christian Pulisic ha rilasciato una lunga intervista a The Athletic. Queste le dichiarazioni del numero 11 del Milan.

Sul perché della serie: “Uno dei miei obiettivi più grandi è quello di ispirare la prossima generazione di calciatori del mio Paese e di far emozionare la gente. La Coppa del Mondo sta per arrivare negli Stati Uniti e il movimento calcistico è grande come non lo è mai stato. Mi sembra il momento giusto. Alcuni di noi sono più introversi, altri più estroversi. Spero che alcune persone possano vedere questo documentario e pensare: ‘Mi riconosco in lui’. Spero che vedano come sono come persona e si rendano conto che forse non tutte le star del calcio vogliono essere così affascinanti e sempre sotto i riflettori. Spero che vedano che io sono un po’ l’opposto e che vedano alcune delle lotte che affronto quotidianamente come americano che combatte in Europa per cercare di essere uno dei migliori giocatori del mondo”.

Sui giocatori statunitensi in Europa: “In Europa c’è un pregiudizio, uno stigma nei confronti dei giocatori americani, che mi fa arrabbiare: l’ho visto con i miei occhi. Penso che ora la situazione sia migliorata. Spero di aver avuto voce in capitolo e che altre persone si guardino intorno e dicano: ‘Questo ragazzo è americano e sta giocando ai massimi livelli: allora sono da rispettare’. Guardate quanti americani sono venuti in Europa negli ultimi 5-10 anni. Abbiamo giocatori in Champions League e in alcuni dei campionati più importanti del mondo. Ma non è il nostro principale stimolo voler dimostrare che si sbagliano”.

Sull’ottimo momento al Milan: “Può dipendere molto dall’ambiente, dalla forma, dalla fiducia degli allenatori, del club, da come ci si sente. Non voglio dire che sia più facile ora che al Chelsea, ma c’è stato un periodo in Inghilterra in cui mi sentivo veramente al top e giocavo alla grande. Quella fiducia e quella mentalità del giocare senza paura erano facili da avere. Ma c’è stato anche un periodo in cui è stato estremamente difficile, perché non giocavo. Sentivo la pressione di dover fare di più quando scendevo in campo, in qualche modo. Ora, invece, mi trovo in una posizione mentale molto buona, in cui mi sento abbastanza sicuro. Sento la fiducia del club in molti modi”.

Sull’ esultanza in Nazionale ispirata alla celebre “Trump dance”: “Onestamente non mi sento diverso ora da quando l’ho fatto. Per me si trattava solo di un balletto virale, che ho fatto più volte nella mia carriera. Non è stata una dichiarazione in alcun modo. Era solo una cosa divertente che stavo facendo. Chiunque si interessi a questa cosa dovrebbe evitare perché non c’è niente di cui parlare. Per come è il clima politico, soprattutto negli Stati Uniti, forse no. Sarò onesto, prima non ci avevo pensato nemmeno io. Ma visto il modo in cui la gente reagisce alle cose, ora che ci penso credo che non mi sorprenda più di tanto”.

Foto: Instagram Milan