Quagliarella: “Juve? Rifiutai la cessione e Conte mi disse che sarei diventato l’ultimo attaccante. Buffon…”

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Fabio Quagliarella, nell’ambito di un’ampia intervista resa a La Gazzetta dello Sport alla vigilia di Samp-Juve, ha rilasciato tra le altre queste dichiarazioni: “Mi sembra di risentire Buffon: “Quagliaré, tu sì ‘o cchiù forte. Gigi mi diceva due cose in napoletano, mi abbracciava e valeva più di mille parole. Lui è così, comunica con i suoi sorrisi, e ha un’intelligenza superiore: gli chiedevo “Che pensi di questa cosa?” e me la faceva vedere da tutta un’altra prospettiva, mi faceva cambiare idea. Domani toccherà a me consolarlo? Con un abbraccio, come faceva lui con me, cercherò di trasmettergli quello che ho provato lunedì vedendo la sua intervista. E gli dirò grazie per quanto ha fatto per il calcio italiano. Vado per i 35 anni, ma voglio fare come Buffon, giocare finché mi sento bene fisicamente. Dunque, almeno fino a 38 anni. Arrivai alla Juve dal Napoli passando per traditore agli occhi della mia gente (che non poteva conoscere la vicenda stalking, ndr), quindi non me la sono goduta fino in fondo. Quegli anni sono una sintesi della mia carriera: ho avuto tanto, ma potevo avere di più. Senza infortunio al crociato, altri sei mesi come i primi sei e magari sarebbe stata la svolta della carriera. Però, mi sono fatto voler bene pur non giocando titolare e l’applauso dello Stadium quando andai lì con il Toro non me lo scordo. Come non dimentico l’esclusione dalla lista Europa League: a gennaio, a due giorni dalla fine del mercato, dissi ‘io non mi muovo’. E Conte: ‘Allora sei l’ultimo degli attaccanti’. Non lo meritavo”. Ferrero? E’ il primo presidente con cui ho un rapporto così poco for­male, facciamo a gara di battute. Mi disse ‘Fidati, vieni’ e non era la Samp di oggi, ma cre­do al coraggio di fare certe scelte e alla sorte". Foto: sito ufficiale Sampdoria