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Quelle parole su De Boer appartengono già alla preistoria dell’Inter

31.10.2016 | 23:10

Si erano scandalizzati in tanti quando, lo scorso 15 settembre, avevamo scritto che Frank De Boer non avrebbe avuto troppo tempo per trovare l’Inter. Si erano scandalizzati perché, giustamente, non ritenevano possibile che – poco più di un mese dopo il suo avvento – l’olandese sarebbe stato messo in discussione. Era la vigilia di Inter-Juve, sarebbero arrivati presto tre punti insperati che hanno avuto soltanto il potere di mettere un gran mucchio di polvere sotto il tappeto. I problemi sono rimasti, anzi si sono acuiti. Noi speriamo sempre e immaginiamo che un allenatore vada sostenuto con i fatti e non con le parole. E non più tardi di qualche giorno fa abbiamo sottolineato che non avremmo voluto pensare a parole o frasi di facciata. Perché le parole di facciata che volano via nel giro di un week-end fanno male davvero e autorizzano quesiti su quesiti. Prendendo uno straniero alla vigilia di Ferragosto la proprietà straniera dell’Inter avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così. Prendere eventualmente un traghettatore italiano (Pioli o chi volete) sarebbe l’ammissione di un altro errore nel giro di pochi mesi. Abbiamo sempre pensato che Suning possa permettersi di tutto e di più sul mercato, lo dimostrerà presto e lo ha già fatto intuire. Ma l’organizzazione di un club non si acquista con cinquanta milioni di euro, di dollari o di sterline.

Foto: Twitter Inter