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Quello che il nuovo Parma non ha ancora capito

24.11.2016 | 19:20

La Lega Pro è il campionato più difficile che ci sia. C’è stato chi ha investito un banco di quattrini per anni e anni senza andare in B: Vigorito a Benevento è un caso emblematico, oggi il Benevento ha una società invidiabile e collaudata. Chi pensa che basti il nome per staccare il tagliando serie B, pensa malissimo. E rischia di restare a spasso per molti anni. Non ci permettiamo di giudicare i nuovi proprietari del Parma, si sono insediati da poco, ma il “pronti, via” è stato imbarazzante. L’azzeramento totale di staff tecnico e non alla fine di novembre, senza avere una soluzione pronta, è soluzione che sintetizza come le scelte estive non fossero adeguate. Anzi, piuttosto improvvisate. Non discutiamo il ribaltone, ma di sicuro le modalità. E fatichiamo a pensare come – ormai siamo a dicembre – si possa ripartire da un nuovo direttore sportivo prima che arrivi il nuovo allenatore e senza averci pensato prima. Il nuovo Parma non ha ancora capito che la Lega Pro è una bruttissima bestia, che gli uomini vanno scelti al millimetro in base al loro curriculum e alla competenza per questa categoria. Se non hanno mai vinto, o quasi mai, non si capisce per quale motivo debbano farlo a Parma. Se pensi di prendere Evacuo e Calaiò per sbancare, ma non hai il resto, pensi male. Se ora vuoi aggrapparti all’allenatore esperto e di nome, ma con zero esperienza in Lega Pro, il piatto rischia di piangere ancora di più. Caro Parma, ti auguriamo il meglio, ma ci sono troppe cose che non tornano.