RAFA, DATTI UNA MOSSA
24.03.2015 | 22:32
Meno di un mese fa il Napoli parlava di secondo posto e di assalto alla Roma. Un mese dopo è stato scavalcato dalla Lazio e anche dalla Samp, si trova quinto in classifica. E se non espugnasse l’Olimpico dopo la sosta, a maggior ragione se perdesse per mano di Garcia, il secondo gradino sarebbe distante nove punti. E il terzo addirittura otto in caso di blitz della Lazio a Cagliari. Sarebbe WaterNapoli, una specie di Waterloo calcistica. E si avvertirebbe a quel punto la necessità di vincere l’Europa League per rivedere la Champions. Con tutto il rispetto possibile e immaginabile per la Coppa Italia, semplicemente perché quel trofeo – in assenza di altri allori stagionali – avrebbe un ruolo quasi insignificante.
Abbiamo stima nei riguardi di Benitez, abbiamo preso posizione a suo favore quando gli hanno dato del “disonesto calcistico”, ma ora ci aspettiamo una risposta. Sarebbe il caso che Rafa si desse una mossa. Anche due, per la verità… E se ha deciso di non restare più a Napoli, pazienza: qualcuno, De Laurentiis in testa, se ne farà una ragione. Sarebbe assurdo trattenere chi non se la sente più, chi ha deciso di avvicinarsi alla famiglia, chi ha voglia di una nuova esperienza. Il calcio a Napoli continuerebbe, oppure qualcuno ha dubbi residui? Intanto, bisogna salvare una stagione. E Rafa, non solo Rafa ma anche e soprattutto Rafa, deve sbrigarsi. Ci sono almeno otto punti da chiarire, vediamo quali:
1 Il Napoli interpreta il campionato come se fosse una gara a intermittenza. Spegne e accende l’interruttore in modo imbarazzante. Continuità zero: grandi partite e grandi pause. Punti dilapidati come se grandinasse. Prendiamo l’ultima sfida contro l‘Atalanta: è vero che Calvarese ha commesso un errore gravissimo convalidando il gol di Pinilla, ma in quel momento della partita – e in superiorità numerica – il Napoli avrebbe dovuto avere due gol di vantaggio;
2 Molti approcci, troppi approcci, sono morbidi e intollerabili. Nelle grandi partite, quando sente il profumo dell’impresa, il Napoli fa il Napoli con una concentrazione maniacale. Quando deve svolgere il compitino, si smarrisce come un principiante e pensa che tutto sia dovuto. Oggi qualsiasi incrocio andrebbe affrontato con una volontà maniacale. Altrimenti, resti inevitabilmente a piedi;
3 Da un anno e mezzo abbondante si è alla ricerca di equilibri che diano l’idea di squadra. Niente, è una ricerca continua, quasi inutile. Il Napoli prende gli stessi gol, non sempre per colpa dei singoli, ma per un concetto di gruppo tatticamente spesso inesistente;
4 L’assortimento dei due centrocampisti che dovrebbero proteggere e/o costruire è andato incontro a troppi equivoci. Singoli un po’ bruciati e dal rendimento ondivago. Inler troppo ai margini, eppure è costato una tombola, per poi essere riproposto; Jorginho all’improvviso oggetto misterioso, quasi un appestato. Coinvolgere tutti e rendere tutti importanti, preziosi, è una necessità. Sveglia, la stagione sta finendo;
5 Hamsik merita un discorso a parte. Era un tassello imprescindibile, è diventato “mister sostituzione fissa”. Anche quando non meriterebbe lui, sembra quasi una mossa programmata a prescindere. Sintomo di insicurezza da parte di chi, il responsabile della panchina e di qualsiasi mossa, dovrebbe avere le idee chiare;
6 Eppure c’è chi ha il posto fisso e magari talvolta andrebbe fatto rifiatare. E’ il caso di Callejon che resta un eccellente interprete degli ultimi trenta metri, ma che in questa stagione non ha fin qui ripetuto il profitto esaltante dello scorso campionato. Neanche il 40 per cento. Se questo fosse il grafico, riposare per due o tre partite non sarebbe uno scandalo;
7 Bisogna fare in modo di uscire dall’equivoco Higuain. E’ fondamentale, indispensabile, fa la differenza con un respiro. Ma bisogna trovare altre strade, affiancarlo e scortarlo: Zapata non può essere il salvagente degli ultimi venti minuti, a costo di sperimentare nuove idee tattiche. E Gabbiadini giochi di più, ha dimostrato di meritarlo. Senza “se” e senza “ma”, qui si deve fare il Napoli e basta;
8 Benitez dica di cosa ha bisogno per fare in modo che la stagione non termini con tante virgole o quesiti e senza punti esclamativi. Sarebbe imperdonabile. De Laurentiis lo sostenga e lo stimoli, contratto o non contratto. Esiste la necessità che accanto Benitez abbia gente che non gli dica sempre “bravo Rafa, grande Rafa, signorsì Rafa”. Dai confronti, anche più accesi, sono spesso nate le grandi imprese. Confrontarsi significa migliorare, costruire, modificare, di certo non litigare. E Bigon non ha bisogno di scendiletto mediatici, oppure di megafoni che amplifichino presunte proposte di altri club. La verità è solo una, il resto fuffa: in due mesi il Napoli si gioca tanto, tutto. Oggi serve cancellare gli alibi, domani non ci sarà più tempo.