Raggi di sole a Montecarlo. No, non ci riferiamo al meteo che per questo 13 aprile prevede una splendida giornata anche nel Principato. Il magic moment di Mbappé e compagni? C’entra, eccome, non potrebbe essere altrimenti dopo l’impresa del Westfalenstadion (o Signal Iduna Park, che dir si voglia) di Dortmund, ma nello specifico oggi - lo avrete già intuito - all’interno del nostro consueto spazio quotidiano accendiamo i fari su Andrea Raggi. Uno dei due rappresentanti italiani in seno al Monaco, l’altro è Morgan De Sanctis, approdato la scorsa estate alla corte di Jardim per fare da secondo a Subasic. Il nostro personaggio del giorno no, lui ormai è praticamente una bandiera. Se cinque anni fa di questi tempi, quando era in scadenza col Bologna, gli avessero detto che nell’aprile del 2017 sarebbe stato in corsa per il Triplete, reduce da una vittoria per 3-2 nel catino del Borussia con autogol fondamentale da lui propiziato, probabilmente ci avrebbe riso su di gusto. Già, perché Andrea fino a quel momento aveva avuto una carriera onesta, sì, ma senza lustrini e paillettes. Il classico difensore da prendere a 1 al Fantacalcio, titolare ma talvolta no di una squadra sospesa tra la parte iniziale della seconda metà della classifica e la zona retrocessione. Nato a La Spezia, il 24 giugno del 1984, e cresciuto nel settore giovanile dell’Empoli, Raggi, dopo un’esperienza in prestito alla Carrarese in C2 e un quadriennio nel club che lo aveva formato, aveva infatti vestito le maglie di Palermo, Sampdoria, Bari e Bologna, per un totale di 207 presenze, con 5 gol e 3 assist all’attivo. Questo il segmento italiano del percorso di Raggi, chiusosi alla soglia dei 28 anni con all’occhiello anche una manciata di presenze in Under 21, Europeo 2007 incluso.
Dopodiché, nella primavera del 2012, con il Bologna che temporeggiava in merito al rinnovo, sul piatto del versatile difensore arriva la classica proposta impossibile da rifiutare: tre anni di contratto a 1,2 milioni a stagione, cifra rivelata in seguito dallo stesso diretto interessato. E così lo spezzino diventa uno dei primi innesti - a parametro zero - del nuovo corso targato Rybolovlev, il magnate russo che, dopo aver acquisito la società nei mesi precedenti, affida a Claudio Ranieri il compito di riportare in Ligue 1 l’ASM, nobile decaduta tra i cadetti. Missione puntualmente compiuta dal tecnico testaccino, con Raggi baluardo inamovibile della retroguardia e persino autore di 4 reti (record personale) nel corso della cavalcata trionfale verso la massima serie. L’anno dopo, grazie ad una faraonica campagna acquisti (da Falcao a James Rodriguez, passando per Moutinho e Kondogbia), arriva il secondo posto in campionato, con allegato ritorno in Champions League. Andrea, a dispetto dell’ingaggio dei vari Carvalho, Abidal e Isimat-Mirin, riesce comunque a ritagliarsi stabilmente un posto da titolare. E il discorso non cambia, a partire dalla stagione 2014-15, con Leonardo Jardim, scelto dal patron per rimpiazzare Ranieri: anche il rampante allenatore portoghese - arrivato dallo Sporting Lisbona - nutre la massima fiducia in Andrea, professionista esemplare e duttile come pochi, potendo essere impiegato sia centrale che da terzino, su entrambe le fasce. E infatti ieri, lui destro naturale, il pallone per la clamorosa autorete di Bender lo ha scodellato dalla sinistra. Quest’annata per Raggi è stata alquanto particolare, nel senso che il mister lo ha visto essenzialmente come uomo di Coppa. Pensate: 11 volte su 13 (preliminari compresi) dal primo minuto in Champions Leaugue, 6 su 8 tra Coppa di Francia e Coppa di Lega…ma soltanto 9 presenze (tutte comunque da titolare) in Ligue 1, il campionato che il Monaco dopo 17 lunghissimi anni può finalmente tornare a vincere. L’ultima volta, nel lontano 2000, c’erano riusciti i vari Trezeguet, Marco Simone, Giuly, Lamouchi, Rafa Marquez, Riise, Barthez e Sagnol. Oggi le milizie biancorosse contano sugli enfant terrible Mbappé, Bernardo Silva, Fabinho, Lemar, Bakayoko, Mendy, Almamy Touré e compagnia. Abbiamo reso l’idea? Crediamo proprio di sì. Raggi è uno dei senatori, con Falcao e Moutinho, senza dimenticare l’ex capitano del Torino Kamil Glik inseritosi subito a meraviglia nel perfetto mix tra elementi esperti e giovani. Finora il trentaduenne difensore con les rouge et blanc ha disputato 183 gare ufficiali, impreziosite da 9 reti e 6 assist. L’Italia lo aveva un po’ snobbato, ma a Monaco ha trovato realmente la sua dimensione ideale. Andrea è pronto ad un finale di stagione da vivere a 300 all’ora, con vista Champions anche dalla Curva del Tabaccaio.
Foto: uefa.com