Ranocchia confessa: “Nel periodo buio arrivai a pensare di essere diventato scemo. Poi…”

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Andrea Ranocchia si racconta. L'ex capitano dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista al canale YouTube di Marco Montemagno, ecco i passaggi più significativi: "Quando ero all'Arezzo mio padre era il mio agente: una volta il presidente mi ha chiamato alle 3 di notte perché lui non rispondeva e mi disse che mi avevano venduto alla Fiorentina e che dovevo partire la mattina dopo. Poi alla fine saltò tutto, anche se ancora oggi non ne so il motivo. L'arrivo all'Inter? Ero in ritiro con il Genoa a Roma e non avevo avuto alcuna avvisaglia. Ero a pranzo con la squadra e il dirigente mi avvisò che Preziosi mi voleva al telefono: lui mi disse che mi avevano venduto all'Inter e che dovevo partire. Era la squadra del Triplete, per me è stato come arrivare a giocare con Federer o LeBron. Allenarsi con dei campioni ti fa crescere, ti fa capire come interpretare la partita. L'agonismo era incredibile, era una guerra: non accettavano il fallimento e questo mi colpì molto. Era la prerogativa dei grandi dello sport. La vita di noi 'vip' è molto cambiata di recente, coi telefoni e le fotocamere non si può mai stare tranquilli, neanche quando si è al ristorante con la propria famiglia. Quando giochi però non pensi a niente: io ho avuto un periodo molto complicato qualche anno fa quando la squadra non andava bene e io ero capitano. Tutto l'ambiente esterno era contro di me e per me era come andare al patibolo, ci ho messo molti anni a ripulire l'etichetta che la gente aveva di me. In quel momento non ero pronto ad estraniarmi dal mondo esterno, mi sembrava di non essere più capace di giocare, di fare un passaggio, credevo di essere diventato scemo. Poi sono andato in Inghilterra e mi sono riconcentrato, ho iniziato un percorso con una persona che mi ha dato una mano e ho ricostruito tutto da capo". Foto: Twitter ufficiale Inter