Raphinha: “Da piccolo ho sofferto la fame, chiedevo l’elemosina. Il calcio mi ha salvato la vita”

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L'esterno offensivo del Barcellona, Raphinha, ha rilasciato un'intervista a UOL Esporte, in cui ha parlato della sua infanzia difficile in Brasile, quando chiedeva spesso l'elemosina per poter mangiare. Queste le sue parole: “Da piccolo ho sofferto la fame, dopo l'allenamento, stavo per strada e chiedevo alle persone di comprarmi qualcosa da mangiare o uno spuntino. Alcune persone mi hanno aiutato, altri senza mezzi termini mi hanno chiamato un barbone. E non c'era niente da fare, bisognava aspettare che l'autobus tornasse a casa per poter mangiare qualcosa. All'epoca avevo tra i 12 e i 14 anni. Durante la mia adolescenza, nel mio quartiere, le opportunità per la vita con criminalità si sono presentate, e ce ne sono state tante. Promettono un modo più semplice per guadagnare denaro. Ed è lì che le persone si perdono. Ho incontrato persone che non avevano una grande concentrazione, una famiglia che le sostenesse, erano perse. In momenti come questi ho perso tanti amici nel mondo della criminalità, nel traffico di droga. Amici che nel calcio erano molto più bravi di me, che avrebbero potuto stare nei grandi club. Sono cresciuto in una comunità in cui la criminalità e lo spaccio di droga erano comuni, ma ero forte nel mantenere il mio obiettivo: essere un giocatore di calcio. Raggiungere questo obiettivo lasciando una comunità è un grande sacrificio. Ma la mia ambizione era ancora più grande. non ho deviato. Se oggi parlano della mia 'magia' nel calcio, io dico, questa è la vera magia". Foto: twitter Barcellona