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Reggina, la chimica Inzaghi-Taibi e una città che è tornata a sognare

19.09.2022 | 23:30

È una questione di chimica, quindi di feeling, di rapporti consolidati e che tornano attuali. La Reggina rilevata da Felice Saladini è un motivo validissimo per rinsaldare quello che già c’era tra Pippo Inzaghi e Massimo Taibi. Due che in campo sono stati grandi protagonisti e che hanno da un pezzo intrapreso un percorso diverso. Lavorare in tandem magari può essere sempre più un piacere, lo dicono i fatti. La Serie B è un campionato lungo e tentacolare, inutile fare programmi a lunga scadenza, ogni partita va lottata e sudata. Ma una città che ha ripreso a sognare così merita la copertina e la prima pagina: Reggio Calabria ha fame di calcio, capisce che può essere una stagione strepitosa, si gode le quattro vittorie di fila, il primo posto in condominio con il Brescia, la difesa blindata e tante altre cose. Intanto, la premiata ditta Taibi-Inzaghi ha già colpito, il mercato è stato fatto in pieno feeling. Con tanti saluti a chi pensava di poter congedare da Menez e Cionek, ritenuti quasi inutili per la causa amaranto, un discorso che aveva coinvolto anche Crisetig e Liotti. I fatti dicono che sono state scelte giuste, esattamente come è stato giusto non cedere Rivas (malgrado il pressing del Sion) che per Pippo può essere “il Leao della Reggina”. Il taglio netto con il passato non aveva senso se c’erano tante cose buone da conservare e da riproporre. Il mercato è stato un idillio tra due vecchi amici che si sono ritrovati: Colombi più Ravaglia il mix giusto di portieri; Camporese e Gagliolo, gli esperti che in B sanno come fare; Majer l’uomo promozione a Lecce che ha subito rappresentato un valore aggiunto; Canotto e la sua voglia di essere protagonista nella Reggina. Potremmo continuare all’infinito, anche la scelta dei giovani è stato ponderata: tutti i riflettori sono giustamente su Fabbian, il 2003 di proprietà Inter che spacca le partite e segna come un trequartista. Ma gli altri vanno ricordati, quelli che giocano e lasciano il segno (Niccolò Pierozzi), che hanno riassaporato il gusto del gol (Gori) oppure che fin qui non hanno trovato spazio (Agostinelli), malgrado qualità innegabili. Tutto all’insegna della chimica Inzaghi-Taibi e di una città che è tornata a sognare.