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Reggina, la dignità conta più di qualsiasi playoff. Il Sudtirol esempio per tutti

18.03.2023 | 19:45

Premessa: vanno giudicati i fatti, senza alibi e arrampicate. La Reggina è in caduta libera, magari fosse solo in crisi. Il tonfo con il Cagliari è mortificante, alla larga da qualsiasi chiave di lettura che non sia quella di una dignità terribilmente calpestata. Un 4-0 orribile, per mano di un grande Cagliari (non si discute), ma anche di una Reggina inesistente e senza un perché. Funziona così dal girone di ritorno: otto sconfitte in 10 partite, una da recuperare a Perugia, una caduta libera paurosa, impressionante, con pochi precedenti. La stessa cosa era accaduta con Aglietti e quel famoso 0-4 contro l’Alessandria, ma erano altri tempi. Claudio Ranieri l’ha spiegata così: “Squadra forte, nel girone di andata funzionava tutto bene, poi hanno studiato la Reggina…”. Parole di Ranieri, non nostre, è il caso di precisare.  Qui l’aggravante è che, dopo una fase ascendente eccellente, la Reggina è entrata in un black-out pazzesco. E non si può distinguere tra prestazioni e risultati: se ci fossero state davvero le prestazioni e non sprazzi, qualche risultato sarebbe arrivato. Non può essere soltanto malasorte o errori degli altri, nessuno ci crede. Per fortuna la Reggina ha collezionato gran parte dei punti salvezza, non tutti ma gran parte e sarebbe il caso di aggiungere quelli che mancano. Prossima fermata, dopo la sosta, il Genoa a Marassi. Oggi, almeno oggi, non esiste playoff che possa prendere il posto di una dignità cancellata, con il “Granillo” ex fortino perenne terra di conquista, anche nel giorno del record stagionale di spettatori (16.482, compresi i 115 sostenitori del Cagliari). Nel girone di ritorno la Reggina ha fatto accomodare al “Granillo” tutti tranne Ternana e Modena, sembra un film dell’orrore ma è così e non servono virgolette che spieghino. Così la gente scappa, meglio stare muti e non provare a dare chiavi di lettura, è inutile. Come dice Crisetig “le parole stanno a zero”. Qui non ci sono miracoli da fare, vedi i playoff, perché i miracoli non esistono. Bisognerebbe sintonizzarsi sul Sudtirol, guardare il budget, gli investimenti illuminati, i rinforzi di gennaio senza dover avere per forza Coda. A Bolzano c’è il lavoro di campo, così i risultati arrivano con una continuità impressionante (complimenti) e nessuno parla di cose dell’altro mondo. I miracoli non esistono, conta solo quello che fai e come lo fai. La dignità gravemente e forse irrimediabilmente calpestata invece sì, ben oltre quei playoff che adesso – non è un paradosso – al confronto sono un discorso senza senso.

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