Reggina, una crisi di risultati e di mentalità. Gli arbitri non c’entrano

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La Reggina è in crisi. La squadra brillante del girone di andata si è smarrita strada facendo, ha perso 6 partite su 8 nel girone di ritorno. E non si può parlare di arbitri all’interno di un crollo strutturale molto preoccupante. Anche a Cosenza, come a Cittadella, la Reggina si è consegnata alla famigerata difesa a 5, barricandosi senza un perché. In Veneto aveva due gol di vantaggio e un uomo in meno, al “Marulla” un gol di vantaggio e la parità numerica. La musica è stata la stessa. Complimenti al Cosenza che ha capitalizzato un doppio Nesti, ma la Reggina si è rintanata in difesa e ha smesso di giocare. Non sono gli episodi, come ha detto l’attaccante Gori, a fare la differenza, ma la mentalità sbagliata. La Reggina si è affacciata una volta nella ripresa e stava per segnare con Strelec, poi si è barricata. I fatti sono questi, il resto appartiene al mondo degli alibi. E con questi non si va da nessuna parte. Molte cose non capiamo, una tra le tante: Menez in panchina per 90 minuti più recupero, soltanto perché aveva preso un giallo per proteste. La sindrome di non schierare o sostituire chi ha un cartellino sul groppone. Certo, al gioco rinunciatario avrebbe partecipato anche Menez, ma questa è la fotografia dell’attuale Reggina: sei sconfitte nelle ultime otto, il resto conta meno di zero. Foto: Instagram Reggina