Il regno della mediocrità
23.05.2016 | 14:31
L’apparente stato di extasy alimentato dai successi bianconeri negli ultimi cinque anni, ha definitivamente calato il calcio italiano in uno stato comatoso dal quale sarà molto difficile riprendersi. Continuiamo ad illuderci che le società più blasonate d’Italia desiderino realmente emergere dagli abissi in cui sono, ma non si percepisce effettivamente una vera e propria ripresa tecnica e tattica. E’ pur vero che due mister come Sarri e Spalletti hanno opportunamente solcato la strada giusta per riportare le loro squadre a buoni livelli, anche se le esigenze di bilancio e una generale difficoltà ad affrontare sostanziali investimenti complicano questo percorso. Detto ciò, le preoccupazioni maggiori riguardano l’attuale scenario generazionale che sembra veramente offrire poco ai club e alla nazionale, ad eccezione di qualche formidabile talento come Verratti, Marchisio, Florenzi, che continuano ad appassionare i loro beniamini. La verità è che il calcio in Italia fatica concretamente a proporre uno spettacolo degno di una nazione come l’Italia, che solo alcuni anni fa ci contraddistingueva e consegnavano ai palcoscenici internazionali. Non si intravede un confronto ad armi pari, non si ha più quasi il gusto di tifare per una o l’altra squadra e molte partite evidenziano continue lacune tecniche e tattiche imbarazzanti, alimentando un dubbio più che legittimo: è tutta farina del loro sacco, e mi riferisco alla scarsa qualità che si intravede in moltissimi interpreti, o siamo di fronte ad un ciclo vincente (quello juventino) che merita tutte le attenzioni dovutegli con i santi crismi? Purtroppo personalmente ho coltivato l’idea che questa deriva appartenga ad una mediocrità calcistica senza precedenti, che si è pian piano insediata nel tessuto calcistico italiano provocando un livellamento verso il basso che sarà difficile invertire. Tra l’altro i commenti degli opinionisti televisivi che si susseguono durante l’anno confermano come le valutazioni tecniche di numerosi giocatori della serie A ed in particolare della juventus siano fuorvianti, azzardate e soprattutto smentite dai confronti con formazioni europee che puntualmente confermano i loro errori di analisi. Non ci sono ricette ben precise, ma forse sarebbe meglio iniziare a criticare in maniera più corretta le prestazioni domenicali di molte formazioni e magari in occasione dei periodici incontri con gli allenatori preoccuparsi di analizzare più dati tecnico-tattici che curiosità, gossip ed altre inutili situazioni. Il calcio è un gioco serio, semplice e avvincente, per cui iniziamo dalle basi e facciamo capire a questi signori che scendono in campo che la pagnotta va sudata attraverso l’impegno serio e costante e che la tattica di qualunque allenatore non è la fisica nucleare, ma nozioni di dominio pubblico. Basta solo ascoltarle e metterle in pratica…almeno in parte.