Il retroscena: Cellino, quelle telefonate agli allenatori e qualche no incassato. Ora Boscaglia…

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Sarebbe il caso che Massimo Cellino sollevasse dall'incarico Boscaglia. Non c'è peggior cosa di un nuovo proprietario che dice di avere fiducia nell'attuale tecnico e poi chiama direttamente i papabili all'eventuale successione. Eventuale per modo di dire perché sarebbe giusto cambiare subito, nel momento in cui non c'è più fiducia almeno bisognerebbe avere un minimo di rispetto. Ma il rispetto nel calcio spesso è un optional. Non che Boscaglia nel suo recente passato abbia fatto meglio (per informazioni chiedere al Novara), ma Cellino è fresco di nomina e non dovrebbe giocare con le due carte. Come raccontato ieri sera, la svolta è questione di tempo, di giorni e forse di ore. Ripetiamo: per noi dovrebbe essere questione di minuti visto che non si può andare avanti con un rapporto così. Nel frattempo Cellino ha incassato il no di De Zerbi, non si avvicina a Iachini perché gli hanno già detto che incasserebbe un altro rifiuto dopo quello ai tempi di Leeds. E così si concentra su un allenatore reduce da qualche stagione non bella e che direbbe sì a prescindere: il discorso vale per Mimmo Di Carlo, che non è stato confermato a La Spezia, e per Pasquale Marino, principale artefice di una stagione fallimentare, l'ultima a Frosinone. Più defilato Lopez, suo pupillo da sempre, ma oggi non considerato in cima alla lista. Di sicuro Marino ha fatto peggio di Di Carlo, a conferma del suo percorso recente ricco di incompiute. Di sicuro Cellino non dovrebbe aspettare un minuto in più per sollevare Boscaglia dall'incarico, che senso ha andare avanti così? Foto: Brescia Twitter