Il retroscena: Mandzukic, il dna croato e gli scrupoli di Allegri
Mario Mandzukic è rimasto alla
Juve con piacere e anche con curiosità. Bisognerebbe conoscere lo spirito croato, il dna di quel popolo per capir meglio certe cose. I croati devono sentirsi importanti sempre, a maggior ragione se sono al secondo o al terzo anno di una nuova avventura. A maggior ragione se è arrivato l'attaccante dei sogni, al secolo
Gonzalo Higuain. Tutti vogliono essere sempre al centro dell'attenzione, i croati ancora di più. Se capiscono di essere un riempitivo non ci pensano due volte e chiedono di andar via. Qualche mese fa l'agente di
Mario, a precisa domanda, rispose che l'avvento del
Pipita non avrebbe portato il suo assistito a chiedere la cessione. Ma, pur non dichiarandolo, aveva fatto intuire che molto sarebbe dipeso dalle scelte di
Allegri. Ecco perché
Max non se l'è sentita di escludere
Mandzukic per la terza partita di fila e ha deciso di schierarlo a San Siro, almeno inizialmente, al posto di
Higuan. L'allenatore stima molto il croato, teme di perderlo con due o tre panchine consecutive, una situazione che potrebbe condizionare le prossime scelte. Anche alla luce dell'ultima conferenza stampa,
Allegri ha dichiarato che considera
Mandzukic un titolare, ennesima conferma dell'altissima considerazione verso l’ariete ex
Bayern. Foto: juventus.com